Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ucciso in Iran, Blinken: “Usa non coinvolti”
Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso nella notte in un raid a Teheran, città dove si trovava ieri per l’insediamento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Lo ha confermato il gruppo in una nota, nella quale denuncia che Haniyeh è stato assassinato “in un codardo attacco sionista”, che “non resterà senza risposta“. L’uccisione del leader politico dell’organizzazione è “un atto vile che non resterà impunito”, quanto ha poi affermato l’esponente di Hamas Musa Abu Marzouk, in dichiarazioni rilanciate da al-Jazeera.
L’uccisione “nel cuore di Teheran” è un “evento significativo e pericoloso” che “spinge la battaglia” a “nuove dimensioni”. Così le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, che accusano il “nemico” di aver “sbagliato ad allargare il cerchio delle ostilità, a uccidere i leader della resistenza in vari luoghi e a violare la sovranità dei Paesi della regione”. “Il nemico pagherà il prezzo della sua aggressione con il suo sangue a Gaza, in Cisgiordania e all’interno” di Israele “e in ogni luogo raggiungibile dai mujahiddin del nostro popolo”, prosegue un comunicato rilanciato dalla tv satellitare al-Jazeera.
L’uccisione arriva in un momento difficile per il Medio Oriente, con l’escalation degli scontri tra Israele e Hezbollah che minacciano di espandersi in una guerra regionale più ampia e mentre Hamas combatte l’esercito israeliano a Gaza.
Ieri Israele, in un attacco a Beirut, ha ucciso il numero due di Hezbollah, accusato di un attacco missilistico sulle alture di Golan che ha ucciso 12 bambini.
Interpellato dalla Cnn sull’attacco, l’esercito israeliano ha intanto replicato che “non risponderà alle notizie dei media stranieri”.
Blinken: “Usa non coinvolti né informati”
Gli Stati Uniti non sono stati coinvolti nell’attacco che ha ucciso Haniyeh, ha dichiarato intanto il Segretario di Stato americano Antony Blinken assicurando che ”non ne eravamo a conoscenza e non siamo stati coinvolti”. Nel corso di un’intervista con Channel News Asia durante la sua visita a Singapore, Blinken ha risposto ”è molto difficile formulare ipotesi” quando gli è stato chiesto quale impatto avrebbe potuto avere l’uccisione del leader politico di Hamas.
”Abbassare la tensione” e concentrarsi ”sul cessate il fuoco a Gaza” che è ”un imperativo”: questa per Washington è la risposta migliore all’assassinio di Haniyeh in Iran. “Una delle cose su cui ci siamo concentrati è cercare di assicurarci che il conflitto che è in corso a Gaza non si intensifichi. Continueremo a farlo”, ha aggiunto Blinken.
Il segretario di Stato Usa ha parlato con il premier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, dopo la notizia dell’uccisione, riferisce la Cnn che cita un funzionario del Dipartimento di Stato Usa.
Il raid nella notte, un missile guidato contro Haniyeh
Haniyeh, che viveva in esilio a Doha, è stato ucciso in un raid nella notte contro la sua residenza a Teheran, nel quale è rimasta uccisa anche una sua guardia del corpo. Ieri nella capitale iraniana, oltre ad aver incontrato Pezeshkian, il leader di Hamas aveva visto anche la guida spirituale iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei.
Il missile utilizzato per uccidere il leader di Hamas sarebbe stato lanciato da un altro Paese, scrive il sito di notizie libanese al Mayadeen, vicino a Hezbollah al Mayadeen, citando una fonte iraniana. L’operazione è stata condotta con un missile guidato, quanto affermano fonti citate dal canale saudita Al Hadath, secondo cui l’edificio che ospita la residenza di Haniyeh è stato colpito intorno alle 2 di notte ora locale.
Funerali domani a Teheran
“Il desiderio di mio padre è stato esaudito”, ha dichiarato intanto Abdul Salam Haniyeh, uno dei figli del capo politico di Hamas riferendosi alla morte da ‘martire’ a Teheran del padre. “Siamo in una rivoluzione e in una battaglia continua contro il nemico. La resistenza non finisce con l’assassinio dei leader“, ha detto Abdul Salam, secondo quanto riferito dall’agenzia iraniana Mehr.
I funerali di Haniyeh si terranno domani mattina alle 8 a Teheran. Lo scrive al Jazeera. Dopo la cerimonia funebre, il corpo del leader di Hamas – riferisce il gruppo islamista su Telegram – sarà trasferito a Doha, in Qatar. Tre i giorni di lutto nazionale annunciati dal governo iraniano, riferiscono i media ufficiali della Repubblica islamica.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha intanto convocato per le prossime ore una riunione con i vertici della sicurezza alla Kirya, il quartier generale delle Forze di difesa dello Stato ebraico a Tel Aviv, per una valutazione della situazione alla luce delle uccisioni del leader politico di Hamas e del comandante di Hezbollah, Fuad Shukr. Lo riferiscono i media israeliani.
Gallant: “Non vogliamo guerra, ma siamo pronti a tutto”
“Non vogliamo una guerra, ma siamo pronti a tutte le opzioni”, la dichiarazione del ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, citato dal portale Walla News.
Il ministro Amichay Eliyahu è stato il primo esponente del governo israeliano a intervenire dopo l’uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh. “La morte di Haniyeh rende il mondo un po’ migliore”, ha scritto su X il ministro per il Patrimonio.
“E’ il modo giusto per ripulire il mondo da questa sporcizia – ha aggiunto -. Niente più accordi immaginari di ‘pace/resa’, niente più pietà per questi figli della morte. Il pugno di ferro che li colpirà è quello che porterà pace e un po’ di conforto e rafforzerà la nostra capacità di vivere in pace con coloro che desiderano la pace”.
Chiuso spazio aereo a Nord di Israele, rafforzata sicurezza in comunità all’estero
Dopo la morte di Haniyeh e quella del numero due di Hezbollah, non cambiano le linee guida per i civili israeliani. Lo fanno sapere le Idf attraverso un post su X del portavoce Daniel Hagari: “Al momento, le Forze di difesa israeliane stanno conducendo una valutazione, se ci dovessero essere dei cambiamenti, avvertiremo la popolazione immediatamente”.
In Israele è stato intanto deciso di chiudere lo spazio aereo da Hadera verso nord a causa delle “tensioni”. Lo riferisce il Jerusalem Post, che rilancia notizie di Maariv. E’ regolare, invece, al momento l’operatività dell’aeroporto internazionale di Tel Aviv, il Ben Gurion. Lo sottolineano le autorità dello stesso scalo in un banner proposto sul sito ufficiale: al momento non risultano cancellazioni e partenze ed arrivi si succedono in orario o con ritardi limitati.
Lo Stato ebraico ha inoltre rafforzato la sicurezza e innalzato il livello di allerta nelle missioni diplomatiche, nelle rappresentanze e nelle comunità ebraiche all’estero, riferisce il sito di notizie israeliano Ynet.
Il ‘giallo’ del post israeliano rimosso
Ed è giallo sulla rimozione del post con rivendicazione del governo israeliano. L’ufficio stampa dell’esecutivo ha pubblicato stamattina un post in inglese sul suo account Facebook, annunciando l’assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il post aveva la parola “eliminato” scritta sul suo volto in grandi lettere nere. Dopo pochi minuti, però, l’immagine è stata rimossa dall’account. Tuttavia, i media globali avevano già fatto riferimento al post come conferma ufficiale che Israele era responsabile dell’attacco.
Abbas: “Atto codardo, sviluppo pericoloso”
Il leader dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha condannato l’uccisione del capo politico di Hamas. “Un atto codardo e uno sviluppo pericoloso”, nelle parole di Abbas, secondo quanto riporta l’agenzia palestinese Wafa. Abbas ha invitato i palestinesi “a unirsi, essere pazienti e alla fermezza di fronte all’occupazione israeliana”. Abbas ha poi proclamato una giornata di lutto per oggi, riferisce ancora l’agenzia Wafa, precisando che in Cisgiordania saranno a mezz’asta le bandiere degli edifici istituzionali palestinesi.
Cosa dicono Hezbollah, Fatah, Jihad islamica, Houthi e talebani
L’uccisione a Teheran del capo politico di Hamas “aumenterà la determinazione dei combattenti della resistenza”. Così gli Hezbollah libanesi, secondo quanto riportano le tv satellitari arabe.
“Un crimine atroce” e un “atto vile”. Così Fatah dopo la notizia. “La politica degli omicidi – afferma il movimento secondo quanto riporta l’agenzia palestinese Wafa – non riuscirà a spezzare la volontà del nostro popolo di realizzare i suoi diritti nazionali alla libertà e all’indipendenza”. L’invito ai palestinesi è a “unirsi” e a “respingere ogni cospirazione che miri a liquidare la nostra causa”.
La Jihad islamica denuncia “il vergognoso assassinio” di Haniyeh. In una nota. il gruppo assicura che la morte del “simbolo della resistenza” non scoraggerà la nazione palestinese dal rimanere sulla via della resistenza e dal continuare a impegnarsi per porre fine ai crimini del regime che hanno “superato ogni limite”. “Affermiamo la nostra coesione con i nostri fratelli del movimento di Hamas nel resistere all’entità usurpatrice”, dice la Jihad.
“Netanyahu è tornato dall’America con il via libera agli omicidi” dei leader palestinesi: “L’America è coinvolta in tutto ciò che sta accadendo e deve pagarne il prezzo”. Lo si legge in una dichiarazione ufficiale degli Houthi yemeniti riportata sui social.
Una “grave perdita” perché il leader politico di Hamas “era un musulmano palestinese saggio e capace che ha fatto sacrifici significativi nel suo jihad di successo, rimanendo fedele alla sua causa”. Lo ha dichiarato in una nota il portavoce del governo talebano, Zabihullah Mujahid.
Haniyeh “ha lasciato ai suoi seguaci lezioni di resistenza, sacrificio, pazienza, tolleranza, lotta e sacrificio pratico”, ha proseguito il portavoce del gruppo che controlla Kabul, sottolineando come “il martirio sia la vittoria più grande per un musulmano e un mujahid”.
I talebani hanno quindi ribadito il loro impegno a difendere la Palestina e Hamas ed esortato i Paesi musulmani e arabi a fare ogni sforzo per fermare gli attacchi israeliani, avvertendo che i continui “crimini israeliani” porteranno a ulteriore “instabilità” nella regione.
Iran: “Martirio Haniyeh rafforza legami con Palestina”
“Il martirio di Haniyeh rafforzerà il legame profondo e indissolubile tra la Repubblica Islamica dell’Iran, la cara Palestina e la resistenza”. Così il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, in dichiarazioni riportate dall’agenzia iraniana Mehr.
Il Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran è intanto riunito, per una riunione d’emergenza, nella residenza della Guida Suprema, riferisce il New York Times. Presente il comandante delle Forze Quds.
Ira Turchia, Russia e Siria. Cina teme “ulteriore instabilità”
“Il governo Netanyahu non intende raggiungere la pace”. Così in una nota il ministero degli Esteri turco. Per la diplomazia di Ankara, l’uccisione di Haniyeh “punta ad allargare la guerra a Gaza su scala regionale”. “Se la comunità internazionale non interverrà per fermare Israele, la regione dovrà affrontare conflitti molto più gravi”, si legge. Anche il leader turco Recep Tayyip Erdogan “condanna con forza” l’uccisione di Haniyeh. Un atto “perfido, atroce e spregevole” secondo le parole di Erdogan diffuse via X, in cui Haniyeh viene indicato come “mio fratello”. Per il presidente turco l’obiettivo è “minare la causa palestinese, la resistenza gloriosa di Gaza e la lotta giusta dei nostri fratelli palestinesi”, ma la “barbarie sionista non riuscirà mai a raggiungere i suoi obiettivi”.
Nel post vengono citati Ahmed Yassin e Abdel Aziz al-Rantisi, entrambi esponenti di Hamas uccisi nel 2004. Secondo Erdogan, riporta il Daily Sabah, una posizione “più forte” da parte del mondo islamico porrebbe fine alla “tirannia e al genocidio a Gaza e al terrorismo nella nostra regione”.
La Turchia “continuerà a provare ogni strada, a spingere ogni porta e a sostenere i palestinesi con tutti i mezzi”, aggiunge nel post Erdogan, ribadendo l’impegno di Ankara per uno stato palestinese.
L’uccisione del leader politico di Hamas, è “un omicidio politico assolutamente inaccettabile”, che “porterà a un’ulteriore escalation delle tensioni”. Queste le parole del vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, riportate dall’agenzia russa Ria. Il Cremlino ha quindi avvertito che l’omicidio di Haniyeh potrebbe “destabilizzare significativamente” il Medio Oriente. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha affermato che il Cremlino ha “fermamente condannato” l’uccisione del capo di Hamas. “Riteniamo che tali azioni siano dirette contro i tentativi di ripristinare la pace nella regione e potrebbero destabilizzare in modo significativo una situazione già tesa”, ha detto ai giornalisti.
Anche la Siria ha condannato l’uccisione, parlando di “una palese aggressione sionista” e di “una violazione della sovranità della Repubblica islamica” e del “diritto internazionale”. Una nota del ministero degli Esteri di Damasco citata dall’agenzia ufficiale Sana riporta come l’ “entità sionista” abbia commesso “un nuovo crimine all’alba quando ha compiuto un attacco terroristico nella capitale iraniana, Teheran, che ha portato al martirio” di Haniyeh. Questo atto “spregevole”, ha proseguito Damasco, è stato condotto nel solco degli “attacchi” effettuati dallo Stato ebraico contro “il Golan siriano occupato, il Libano e l’Iraq” e dei “genocidi contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania”. Il ministero degli Esteri, si conclude la nota, ritiene che “il continuo disprezzo dell’entità israeliana per il diritto internazionale, il suo mancato rispetto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale dell’Onu, e degli appelli della maggior parte dei paesi del mondo a fermare i suoi massacri potrebbero incendiare l’intera area”.
La Cina ha intanto condannato l'”assassinio” di Haniyeh, avvertendo che potrebbe portare ulteriore instabilità nella regione. “Siamo molto preoccupati per questo evento, ci opponiamo con forza e condanniamo questo assassinio”, ha dichiarato il portavoce della diplomazia cinese, Lin Jian, durante una conferenza stampa, sottolineando il rischio che quanto accaduto “possa portare ulteriore instabilità nella situazione regionale”.
“La Cina ha sempre sostenuto la risoluzione delle controversie regionali attraverso negoziati e dialogo”, ha aggiunto il portavoce, auspicando che a Gaza si raggiunga “un cessate il fuoco completo e permanente il prima possibile per evitare un’ulteriore escalation di conflitti e scontri”.
Il Qatar condanna “nei termini più forti l’uccisione di Imail Haniyeh”. Per il ministero degli Esteri di Doha si tratta di un “crimine orrendo”, di una “pericolosa escalation” e di una “palese violazione del diritto internazionale e umanitario”.
“Gli omicidi politici e i continui attacchi contro i civili a Gaza mentre i colloqui proseguono ci portano a chiedere: come può una mediazione avere successo se una parte uccide il negoziatore dell’altra parte?”, così su X il premier e ministro Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. “La pace ha bisogno di partner seri e di una posizione globale contro il disprezzo per la vita umana”, aggiunge.
Dall’ottobre dello scorso anno il Qatar è, con Egitto e Usa, tra i mediatori nella guerra a Gaza fra Israele e Hamas, innescata dal massacro del 7 ottobre in Israele.
Dopo il Qatar, anche l’Egitto condanna quindi “l’escalation”. In una nota il ministero degli Esteri del Cairo parla di “escalation israeliana degli ultimi due giorni” che complica ulteriormente i colloqui per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Per l’Egitto, il quadro indica “l’assenza di volontà politica da parte di Israele” per una de-escalation e compromette “il lavoro intenso dell’Egitto e dei partner per fermare la guerra nella Striscia di Gaza”.
In linea di principio, l’Unione Europea “respinge” le esecuzioni extragiudiziali, anche se Hamas è considerata a Bruxelles un’organizzazione “terroristica”. Lo dice il portavoce dell’Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, a proposito dell’uccisione di Haniyeh.
“Stiamo seguendo con attenzione – afferma Stano – le notizie sull’assassinio del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran ieri sera. L’Ue ha una posizione di principio che consiste nel respingere le esecuzioni extragiudiziali e nel sostenere lo Stato di diritto, anche nell’ambito del diritto penale internazionale”.
“Ricordiamo – continua – che l’Ue e altri partner hanno classificato Hamas come organizzazione terroristica e che il procuratore della Corte Penale Internazionale stava richiedendo un mandato di arresto contro Ismail Haniyeh, con varie accuse di crimini di guerra. Invitiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione e ad evitare qualsiasi ulteriore escalation. Nessun Paese e nessuna nazione trarrà vantaggio da un’ulteriore escalation in Medio Oriente”, conclude.
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