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2 luglio 2022

News cultura, spettacolo, eventi e sport

Il libro “aMalavita” di Antonio Cannone appassiona il pubblico di Falerna


In una splendida cornice di pubblico è stato presentato a Falerna l’ultimo libro del giornalista e scrittore lametino, Antonio Cannone “aMalavita”. A fare gli onori di casa, Carole Davies presidente del Circolo culturale “Lo Scarabeo”, Carmela Gagliardi e gli altri rappresentanti del Circolo che ha organizzato l’evento, nonché l’assessore comunale Fabio Menniti. Insieme all’autore, il giornalista Ugo Floro e l’avvocato Luigi Muraca. In una piazza Marconi che via via è andata riempiendosi e dopo l’introduzione della presidente, Davies che ha elogiato l’autore “per la passione e l’impegno civile a favore della legalità”, ricordando la “sua recente partecipazione al Festival Trame, unico in Italia a parlare di libri di mafia”, Floro ha introdotto il lavoro di Cannone che “si pone – ha detto – fra i libri di maggiore spessore della letteratura calabrese. Un libro che racconta uno spaccato di storia della nostra regione attraverso gli occhi del protagonista principale che cerca di far valere sani principi e ponendosi interrogativi sulla società in cui vive. E’ un libro che andrebbe studiato nelle scuole, un libro da consigliare agli insegnati e che scandaglia aspetti sociali della nostra società. Antonio in questo libro ha il merito, fra l’altro, di analizzare il fenomeno della criminalità che si consuma fra ragazzi di strada per poi comunque offrire una visione speranzosa della vita, e questo a giustificare anche il titolo, ovvero che bisogna amare la vita e non perdersi in percorsi tortuosi e pericolosi”.

Nel dialogo a tre, lucida e puntuale l’analisi di Luigi Muraca che ha collocato il libro di Cannone nell’ambito del “Neorealismo calabrese. Un dono che Antonio fa alla società, uno sforzo letterario denso di lirica e significati”. Dalle considerazioni sul libro, l’analisi sulla politica calabrese e la necessità di “liberarsi dalle logiche dell’essere asserviti al politico di turno”, prendendo spunto da alcuni personaggi del libro e dal loro modo di agire. Muraca ha lanciato un severo monito “alla classe politica calabrese e a certi suoi rappresentanti che non hanno le capacità per far fare il tanto agognato salto di qualità alla Calabria. Ed oggi abbiamo una grande opportunità come quella dei fondi del Pnrr”.

L’autore ha parlato di “percorso di formazione in cui si muovono i personaggi del libro fino ad arrivare a quella che oggi è la potente ‘ndrangheta. Una minoranza che è maggioranza e che di fatto governa i territori non solo in Calabria”. Una regione dove “lo stato di bisogno genera sudditanza e dove servirebbe un nuovo ’68, in termini di rivolta culturale. Le nuove generazioni hanno questo compito ed è importante non lasciarle andare via, ma serve una classe politica seria e capace, amministratori onesti e liberi da compromessi”.


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