«L'ideologa», dal ciclo «Donne in azione» di Apollonia
17 aprile 2016
«L'ideologa», dal ciclo «Donne in azione» di Apollonia

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Il Pentagono dell’Arte


Per il filosofo francese Lévy, «l’arte, più che la questione della bellezza, pone la questione della verità». Questi versi ci introducono a una suggestiva teoria, ci invitano a riflettere sui cambiamenti evolutivi subiti dalle «figure» che ruotano attorno al «sistema dell’arte» nella modernità e nella post-modernità.

Un tempo il mondo dell’Arte era più umano, più genuino, distante dalle gelide trattative finanziarie di oggi in cui tutto si su sussegue in maniera galoppante e sconfortante a discapito dell’artista e dell’arte stessa. Non servono più i maestri? Ma l’Arte dove si annida? Sublimata, elevata, rimbalza in campi contaminati sui quali non si distinguono i ruoli dei vari «giocatori» tanta è la nebbia «in campo» che offusca la visione.

Da troppo tempo ormai viviamo uno stato di confusione generata dalla superficialità e dalla improvvisazione di quelli che… si credono e si fingono artisti, perlopiù tesaurizzando strampalerie avvallate da improbabili conoscitori e pseudo-critici dell’ultim’ora, soggiogati e soggiacenti alle leggi di mercato. L’artista non riveste più alcun ruolo, non determina ma è asservito ad un sistema mercificato, viene lanciato, triturato, esaltato dallo starsistem per poi venire rimpiazzato repentinamente. Io ho coniato un termine per specificare il metodo, molto collaudato, di come si crea un «artista a tavolino», simile ad un prodotto di marketing: «Il Pentagono dell’Arte».

Poi c’è il gallerista di fama che garantisce esponendo le «improbabili opere d’arte», il critico che dopo una selezione arbitraria, scrive fiumi di parole invadendo tutti i mezzi di comunicazione e il gioco è fatto. La «nutella è pronta da spalmare».

L’opera di tale artista diventa oggetto di culto, fa tendenza, con tanto di collezionisti, che spesso d’Arte non comprendono alcunché, ma comprano a suon di milioni di euro l’opera proposta dal «Pentagono dell’Arte», poiché fa tendenza, e i prezzi lievitano, spesso rivelandosi «bolle» che scoppiano provocando un cumulo di insignificanti nullità. E’ il mercato che determina il valore di un artista, a prescindere dalla sua valenza e viene riconosciuto tale solo se entra in taluni circuiti.

Gli artisti profughi da sé stessi latitano, vittime di un sistema corrotto. Quanta decadenza culturale! Le stelle nel cielo sono tante ma pochi li osservano, nella foga di arraffare spesso, (accade anche questo) ci si ritrova con in mano un anonimo reperto, credendolo una stella! Alè!
Apollonia
(da Allert’art)


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