Porto di Gioia Tauro
29 aprile 2017
Porto di Gioia Tauro

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Il porto di Gioia Tauro e la Zona economica speciale. Se ne parla su OpenCalabria


OpenCalabria ospita un contributo di Domenico Marino sul porto di Gioia Tauro e la Zona economica speciale. Si tratta di una ricostruzione di alcuni scenari che consentono all’autore di affermare che «le probabilità che nel 2030 il porto Gioia Tauro sia ancora attivo sono ridotte al lumicino».

Il contributo è la sintesi dell’intervento di Marino al convegno tenutosi ieri a Gioia Tauro su Il rilancio della Calabria passa da Gioia Tauro, cui hanno partecipato Michele Albanese (giornalista), Carmelo Cozza (sindacalista Sulct Porti), Domenico Gattuso (docente di Ingegneria dei trasporti), gli imprenditori A. De Masi, G. Callipo, Cafiero De Raho (procuratore Reggio Calabria), Antonio Selvatici (giornalista d’inchiesta), Francesco Aiello (docente di Politica economica all’Unical e fondatore di OpenCalabria), Gian Luigi Miazza (Autorità portuale di Savona), Andrea Cioffi (senatore), Delio Miotti (dirigente di ricerca Svimez), Tiziana Beghin (eurodeputata) e Nicola Morra (senatore).

La conclusione di Marino è avallata dal fatto che Gioia Tauro sta perdendo la centralità nel flusso del traffico marittimo dal Far East all’Europa.

Nel corso del convegno si è messo in evidenza come la via della seta e il progetto cinese One belt, one road accentueranno la marginalizzazione di Gioia Tauro, poiché in Europa si arriverà dal versante adriatico.

«Se si dovesse attuare il progetto cinese», dichiara Aiello, «un ruolo cruciale potrà svolgerlo il porto di Corigliano Calabro, poiché intercetterà tutti i flussi commerciali verso i porti più a Nord della Calabria». Il progetto cinese è ad elevato livello di avanzamento «con una presenza già invasiva di capitali cinesi a Gibuti e nel Pireo».

Rimane da vedere come sarà formulata l’eventuale regolamentazione della Zes per Gioia Tauro e se sarà accettata dalla Commissione europea. La domanda dell’intero territorio regionale è che l’eventuale Zes a Gioia Tauro sia funzionale all’obiettivo di creare sviluppo diffuso e generalizzato.

Il successo dipenderà da moltissime variabili in gioco, tra cui, conclude Aiello, «alcune sono legate alla capacità del sistema produttivo calabrese di avviare in loco la trasformazione delle materie prime agricole in beni per l’industria agro-alimentare» e «di risolvere il problema del nanismo delle imprese, che è incompatibile con qualsiasi ipotesi d’uso delle vie del mare».

Il saggio di Domenico Marino è consultabile da:
http://www.opencalabria.com/il-porto-di-gioia-tauro-e-la-zona-economica-speciale/


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