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4 ottobre 2023

Reportage BLOG

Il Transito di San Francesco, il giorno più bello della Famiglia Francescana


di Giampiero Scarpino

Se il 4 Ottobre è la festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, il 3 Ottobre è il giorno più bello e sentito della famiglia francescana. Nelle chiese francescane si prepara il momento di preghiera della sera. Si stende il saio per terra sotto l’altare, sul saio si depone la corda bianca con i nodi, il Tau  ed il Vangelo ,magari anche un paio di sandali .Accanto al saio si colloca il Crocefisso di San Damiano e poi è tutta una attesa per un momento magico, sentito,una vera e propria testimonianza. Giunge il momento tanto atteso, le preghiere, i canti francescani, Lodi di Dio Altissimo, Alto e glorioso Dio, San Damiano, Dolce Sentire. Inizia il Beato Transito del Serafico Padre San Francesco:

“Giorni prima, dal palazzo del Vescovo di Assisi, dove allora dimorava perché malato, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola; voleva rendere a Dio lo Spirito della vita, là dove aveva ricevuto lo Spirito della grazia. A metà strada, all’ospedale di San Salvatore, gecuziente com’era, si fede voltare sulla barella con la faccia verso Assisi e sollevandosi un poco, benedisse la sua città. ” Benedetta Assisi da te nasceranno vocazioni e molti che ti visiteranno cambieranno vita” Giunto alla Porziuncola si fece deporre sulla terra nuda, nascondendo con la mano sinistra la piaga sul costato e di lì spogliato dalle vesti di sacco, alzò come sempre il volto al cielo,tutto intento con lo Spirito a quella gloria. Disse ai fratelli: “io ho fatto il mio dovere, Cristo vi insegni a fare il vostro”. Voleva essere conforme in tutto a Cristo Crocifisso che, povero e sofferente, era rimasto appeso nudo sulla croce.Fece adunare tutti i fratelli presenti nel luogo e li esortò con affetto di padre all’amore di Dio. Parlò a lungo della pazienza, dell’osservanza di Madonna povertà, raccomandando più di altra regola il Santo Vangelo. Tutti i fratelli gli stavano intorno; egli stese sopra di loro le mani intrecciando le braccia a forma di croce, un gesto che egli tanto amava, e li benedisse presenti e futuri, nella potenza e nel nome del Crocifisso .Si fece poi portare del pane, lo benedisse, lo spezzò ed a ciascuno nè diede un pezzo da mangiare. Volle anche gli portassero il libro dei Vangeli e chiese gli leggessero quel brano di Giovanni che inizia: “Prima della festa di Pasqua”. Lo fece in memoria di quell’ultima e santissima cena che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli Esortava i fratelli al Divino Amore. Correva incontro alla morte, invitandola: “Ben venga mia sorella morte! “Diceva ai fratelli:” Quando mi vedrete sul punto di spirare, morto che sia, lasciatemi giacere così, per il tempo che ci vuole a percorrere comodamente un miglio di strada. E come gli fù possibile proruppe in quel salmo: “con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce supplico il Signore”. Lo disse fino al versetto finale: “Strappa dal carcere la mia vita, perchè io renda grazia al Tuo nome. I giusti mi fanno corona quando mi concederai la tua grazia”. Giunse infine la sua ora ed essendosi compiuti in lui tutti i misteri di Cristo, se ne volò felicemente a Dio. Le allodole, che sono amiche della luce ed han paura del buio della sera, pure essendo già imminente la notte, vennero a grandi stormi sopra il tetto del luogo e roteando a lungo con insolito giubilo, resero testimonianza alla gloria del Santo che tante volte le aveva invitate a lodare Dio. Era il 3 Ottobre 1226,di Sabato. Quanta umanità nel volare in cielo di quell’anima benedetta che ancora oggi, abbracciato al Crocefisso di San Damiano assieme a Santa Chiara parla ogni giorno a tutti noi tra i canti festosi delle allodole. Oggi facciamo festa gli innamorati di Francesco, quelli a cui Lui ed il Crocefisso di San Damiano ha cambiato la vità .  Domani sarà la  grande festa di tutto il mondo

Giampiero Scarpino


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