di Francesco Ciampa
Qual è per Asia Argento il segreto per un successo duraturo come il suo? “Sentirmi lavoratrice tra i lavoratori”, “un’artigiana” del cinema: così l’attrice e regista ospite ieri al Lamezia International Film Fest.
Insomma: disciplina, lavoro, costanza per superare il momento in cui si può perdere facilmente la testa per eccesso di fama, come è capitato a lei in una parentesi della sua prima giovinezza fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio.
Un messaggio che associo alle parole del coach Paolo Mannocchi: “Il dilettante fa come si sente, il professionista fa come deve”, dice Manocchi durante un seminario che ho seguito di recente. Un modo per dare centralità alla disciplina e all’allenamento.
Tornando ad Asia Argento, spazio anche alla riflessione su istinto e tecnica nell’arte. Il lato istintivo è stato l’elemento di partenza, poi il bisogno della tecnica per crescere, spiega conversando con il direttore del festival, Gian Lorenzo Franzì.
Altro punto di domanda: i film è meglio vederli al cinema o sulle piattaforme dell’odierno scenario digitale?
“Basta vederli”, risponde lei. Una risposta basata sull’idea che vedere i film al cinema, insieme ad altre persone, è “un rito collettivo” che va scemando per effetto di una “società individualista”: un po’ come le chiese svuotate, è il suo l’esempio. Il segno dei tempi a cui adattarsi con nuove forme di fruizione culturale.
Asia Argento è in dirittura di arrivo con il suo quarto film da regista. Su questo però mantiene il riserbo. In compenso, dice cosa ci vuole per un buon film: “L’80 percento arriva dalla storia”, poi tutto il resto.
Dunque, potremmo forse dire che al netto della tecnologia, gli ingredienti principali per la qualità sono le idee, l’impegno, il lavoro, la creatività. Come la maestria artigiana insegna.
