E’ fissato per oggi l’interrogatorio di garanzia per Matteo Di Pietro, il giovane youtuber agli arresti domiciliari indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni: era alla guida del suv Lamborghini coinvolto nell’incidente in cui la scorsa settimana è morto Manuel, il bimbo di 5 anni, a Casal Palocco, Roma. Nell’incidente sono rimasti feriti anche la mamma e la sorellina di 4 anni. All’arresto di Di Pietro si è arrivati dopo le indagini condotte da polizia locale e carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino.
Lo scorso 22 giugno il gip Angela Gerardi ha disposto gli arresti domiciliari per Di Pietro sottolineando tra l’altro che il giovane stesse andando a oltre 120 chilometri orari e che le telecamere utilizzate per i video siano sparite. Di Pietro, scrive il gip, aveva noleggiato il Suv Lamborghini con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h”.
Dall’esame dei dati dal gps del suv, secondo l’ordinanza con cui il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Matteo Di Pietro, “emerge in buona sostanza che la Lamborghini percorreva Via dei Pescatori, da cui proveniva, diretta in via Macchia Saponara, alla velocità di circa 145 km/h; che al momento di imboccare Via di Macchia Saponara alle ore 15:38, si fermava; che imboccata tale via, riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h immediatamente prima dell’impatto”. Nell’ordinanza si sottolinea inoltre che “d’altra parte i dati tratti dal gps hanno segnalato l’accelerazione repentina del mezzo che, una volta immessosi su Via di Macchia Saponara, passava in poco più di dieci secondi, da 0 km/h a 124 km/h, poco prima dell’impatto – si legge – L’assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente – sottolinea il gip – che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell’avvistamento dell’auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente”.
Motivando le esigenze cautelari, il gip scrive che “un ulteriore indicatore di pericolo concreto e attuale di reiterazione di analoghi reati va colto nell’assoluta inconsapevolezza, da parte dell’indagato, della necessità di rispettare le regole della strada osservando i limiti di velocità, soprattutto in quanto ventenne, neopatentato e come tale – sottolinea il gip – tenuto ad applicare maggiore prudenza, al fine di evitare pericolo alla incolumità propria e altrui (il ventenne poteva legittimamente noleggiare una supercar nonostante avesse conseguito il titolo di guida da poco più di due anni, e tuttavia non avrebbe potuto condurla superando il limite di 90 km/h e comunque non avrebbe potuto farlo in un centro urbano, in cui il limite di velocità è fissato a 50 km/h)”.
“La condotta di Di Pietro deve ritenersi gravemente colposa e causativa del sinistro nonché delle conseguenze alle vittime a prescindere dall’eventuale accertamento di concause eventualmente ascrivibili alla conducente della Smart”, sottolinea ancora Gerardi nell’ordinanza di custodia cautelare. Nell’atto del gip sono riportate diverse testimonianze di persone che erano a bordo del Suv e di altre presenti nella zona dell’incidente.