Intelligenza artificiale. Siamo stati tra i primissimi in Italia a parlare (qualche settimana fa) della Chatbot ChatGPT; dobbiamo tornare a parlarne per alcuni fatti che si sono verificati negli ultimissimi giorni. ChatGPT è appunto una chat che riesce a dare risposte dirette (e parlate) su ogni tema possibile e lo fa sulla base di sofisticate tecnologie di Intelligenza Artificiale; essenzialmente algoritmi di apprendimento automatico che generano risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso. Un algoritmo di apprendimento automatico (machine learning) è in grado di imparare dai dati e costruire un modello per ogni specifico problema che gli si presenta. In altre parole, i vari algoritmi “addestrano” un modello che rappresenta l’essenza della capacità di risolvere quel problema. Nel giro di soli due mesi la Chat ha raccolto più di cento milioni di utenti divenendo l’app di più rapido successo nella storia di Internet. Da ultimo sono accaduti due eventi: il primo di portata mondiale, il secondo italiano (ma non solo). Il primo è l’appello che Elon Musk insieme ad altri mille esperti (imprenditori; accademici; blogger) ha rivolto a tutti gli addetti ai lavori chiedendo almeno una moratoria di sei mesi allo sviluppo di ‘AI autogenerative proprio come ChatGPT'; in particolare si chiede lo stop di GPT-4 il modello più sofisticato della Chat lanciato da Open AI (l’azienda no profit che produce la Chatbot) solo pochi giorni fa. L’appello è molto significativo in sé, lo è ancora di più se si pensa che Elon Musk è stato uno degli iniziali finanziatori della stessa Open AI. L’evento italiano è il blocco della Chat (unico finora al mondo) deciso dal nostro Garante per la privacy e motivato dalla mancanza di informativa agli utenti e agli interessati su come vengano raccolti e conservati i dati personali usati per “addestrare” gli algoritmi di apprendimento. La mossa del Garante ha creato e sta creando da noi polemiche e divisioni; molti si sono detti a favore (anche se si è un po’ confusa la tutela della privacy con quella – giustissima peraltro – del copyright) altri si sono espressi contro argomentando essenzialmente che l’innovazione non si può bloccare con una ordinanza. Vedremo. Personalmente, trovo strano che tanti (da Elon Musk in giù) che sugli sviluppi della Rete ‘libera e selvaggia’ ci sono cresciuti e hanno creato, spesso, una fortuna ora temono una app che altro non è che lo sviluppo naturale (sofisticato quanto si vuole) della Rete che loro stessi hanno voluto e costruito.
Musica. Nel libro (imperdibile) che Bob Dylan ha scritto sulla “Filosofia della Musica Moderna” il capitolo 32 (ben quattro pagine) è dedicato a Volare. Tra l’altro, Bob scrive “Questa è una canzone che si avvicina, sfreccia, continua per la sua strada, procede a piena velocità, si schianta nel sole, rimbalza sulle stelle, esala in una nuvola di fumo come un sogno impossibile e va a esplodere dritta nel Paese delle meraviglie. E’ singolare e sospesa a mezz’aria”. E aggiunge: “in origine Volare era eseguita da un cantante italiano di nome Domenico Modugno, e già il suono del suo nome crea la propria canzone”. Un genio. (Di Mauro Masi)