Israele assedia Gaza, Netanyahu: “E’ solo l’inizio”. 900 morti in attacco Hamas
L’assedio di Israele a Gaza in risposta all’attacco di Hamas al Paese di sabato scorso, costato la vita a 900 persone, “è solo l’inizio”. Parola del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che è tornato a parlare nella serata di ieri senza però specificare se ai raid seguirà anche un’invasione di terra.
Il primo ministro ha aggiunto che Israele farà di tutto per liberare i prigionieri detenuti a Gaza, ma ha avvertito che “si stanno avvicinando giorni difficili” per lo Stato ebraico, giorni che potrebbero creare le premesse per un conflitto che potrebbe richiedere settimane, o anche di più, per concludersi.
A ordinare ieri “un assedio totale” alla Striscia di Gaza – interrompendo anche la fornitura di gas, acqua e carburante, in risposta all’attacco -, è stato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Intanto “i corpi di circa 1.500 terroristi palestinesi sono stati ritrovati in territorio israeliano vicino al confine di Gaza”, scrive su X il Jerusalem Post.
Nella giornata di ieri bombardamenti israeliani sono stati effettuati inoltre nel sud del Libano, ha riferito Al Jazeera. L’esercito israeliano ha poi confermato che i suoi elicotteri hanno condotto raid su diversi siti in territorio libanese dopo il tentativo di infiltrazione di un gruppo di sospetti “terroristi”, alcuni dei quali sono stati “neutralizzati”. L’esercito israeliano ha quindi precisato che sono stati colpiti diversi obiettivi armati che si erano infiltrati attraverso il confine settentrionale.
La posizione di Israele sugli ostaggi e ultimatum di Hamas
Il governo israeliano lavora intanto per ottenere una “evoluzione completa” della situazione degli ostaggi catturati da Hamas, promettendo di creare “un meccanismo efficace” per aiutare “tutte le famiglie in ansia per la sorte dei loro cari”. E’ quanto ha detto il generale a riposo Gal Hirsh, a cui Benjamin Netanyahu ha affidato il delicato incarico di coordinare gli sforzi per rapiti e dispersi, riconoscendo che si sta lavorando “nel mezzo di questa guerra difficile”.
Israele avrebbe in ogni caso deciso che gli attacchi contro gli obiettivi terroristici a Gaza saranno condotti con grande forza e ampiezza, anche a costo di mettere a rischio gli israeliani presi in ostaggio. A riferirlo è stata una fonte del governo che ha poi precisato, riporta il Times of Israel, che se il governo avrà precise informazioni di intelligence su dove sono detenuti gli ostaggi, ovviamente eviterà di colpire questi luoghi. Ma al momento queste informazioni mancano e tutti i target di Hamas saranno colpiti.
Sugli ostaggi è arrivato intanto l’ultimatum di Hamas: “Inizieremo a giustiziare un prigioniero israeliano per ogni bombardamento su case di civili effettuato senza preavviso”, l’annuncio fatto dai terroristi e ripreso da Haaretz.
Hamas, ha fatto poi sapere il portavoce delle Brigate al-Qassam Abu Obaida in un video, non negozierà sugli ostaggi sotto il fuoco israeliano: “È diventato chiaro che gli ostaggi del nemico sono a rischio tanto quanto il nostro popolo alla luce dell’aggressione contro la Striscia di Gaza”. “Non delibereremo né negozieremo sulla questione degli ostaggi sotto il fuoco, alla luce di un’aggressione o alla luce di una battaglia”.
Abu Obaida ha aggiunto che le Brigate al-Qassam tengono un gran numero di ostaggi nei luoghi di detenzione e che alcuni sono stati uccisi. Almeno quattro civili sono stati uccisi mentre erano sotto la custodia di Hamas, a pochi passi da dove i militanti armati li stavano scortando vicino al confine di Gaza, come mostrano i video ottenuti e geolocalizzati dalla Cnn.
Il portavoce ha continuato dicendo che l’assalto di Hamas è stato lanciato dopo anni di pianificazione e preparativi. “Israele ha ucciso centinaia e ferito migliaia di palestinesi negli ultimi due anni, eppure ha ancora un seggio alle Nazioni Unite e riceve armi dagli Stati Uniti per uccidere bambini e distruggere case”, ha aggiunto.
Meloni, Biden, Sunak, Macron e Scholz: vertice a 5 sulla crisi
Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha partecipato intanto ieri sera a una riunione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il primo ministro britannico, Rishi Sunak, il presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, e il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, dedicata all’esame della grave crisi “apertasi dopo il barbaro attacco di sabato scorso perpetrato da Hamas ai danni dello Stato di Israele”.
I cinque Capi di Stato e di Governo, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “hanno espresso un fermo sostegno ad Israele e una inequivocabile condanna degli spaventosi atti criminali di Hamas, che hanno causato un terribile numero di vittime innocenti, inclusi bambini, donne ed anziani. Si è quindi discusso delle iniziative politiche più urgenti da intraprendere insieme. La tutela della vita degli ostaggi, a partire dai bambini anche di tenera età, è una priorità assoluta e su di essa si concentreranno gli sforzi diplomatici”.
Meloni, “nel riaffermare il diritto di Israele a difendersi, ha indicato la necessità di operare per evitare un ampliamento della crisi a livello regionale e per tutelare la popolazione civile coinvolta”. I cinque Capi di Stato e di Governo hanno concordato di mantenersi in costante contatto nel prosieguo della crisi.
“Con il Presidente Macron della Francia, il Cancelliere Scholz della Germania, il Primo Ministro Meloni dell’Italia, il Primo Ministro Sunak del Regno Unito e il Presidente Biden degli Stati Uniti esprimiamo il nostro fermo e unito sostegno allo Stato di Israele e la nostra condanna inequivocabile di Hamas e dei suoi spaventosi atti di terrorismo”. E’ quanto si legge in una nota della Casa Bianca dopo la telefonata del presidente Usa con i quattro leader.
“Chiariamo chiaramente che le azioni terroristiche di Hamas non hanno alcuna giustificazione, alcuna legittimità e devono essere universalmente condannate – si legge nella dichiarazione congiunta dei cinque leader pubblicata sul sito della Casa Bianca – Non c’è mai alcuna giustificazione per il terrorismo. Negli ultimi giorni, il mondo ha assistito con orrore al massacro delle famiglie nelle loro case da parte dei terroristi di Hamas, all’uccisione di oltre 200 giovani che si godevano un festival musicale e al rapimento di donne anziane, bambini e intere famiglie, che ora sono tenuti in ostaggio”.
“I nostri paesi sosterranno Israele nei suoi sforzi per difendere se stesso e il suo popolo da tali atrocità. Sottolineiamo inoltre che questo non è il momento in cui nessuna parte ostile a Israele possa sfruttare questi attacchi per cercare un vantaggio. Tutti noi riconosciamo le legittime aspirazioni del popolo palestinese e sosteniamo pari misure di giustizia e libertà sia per israeliani che per palestinesi. Ma attenzione: Hamas non rappresenta quelle aspirazioni e non offre altro al popolo palestinese se non altro terrore e spargimenti di sangue. Nei prossimi giorni rimarremo uniti e coordinati, insieme come alleati e come amici comuni di Israele, per garantire che Israele sia in grado di difendersi e, in definitiva, per creare le condizioni per una regione del Medio Oriente pacifica e integrata”.
Usa: “Iran complice di Hamas, ma niente prove coinvolgimento diretto”
L’Iran è complice anche se gli Stati Uniti non hanno informazioni di intelligence o prove che indichino la partecipazione diretta dell’Iran negli attacchi in Israele da parte del gruppo islamico palestinese Hamas, ha intanto detto il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby.
“L’Iran sostiene da tempo Hamas e altre reti terroristiche in tutta la regione”, ha aggiunto Kirby su Msnbc. “E quindi, a questo proposito, chiaramente, l’Iran è complice qui, ma in termini di prove specifiche su questo tipo di attacchi, no, non abbiamo nulla”.
Il presidente degli Stati Uniti in una dichiarazione ha intanto reso noto nella giornata di ieri che le vittime statunitensi sono 11. Il bilancio americano è però destinato a peggiorare, ha detto Kirby alla Cnn. “Sì, è dura ammetterlo ma è così. Qui alla Casa Bianca ci stiamo preparando alla possibilità che altri americani siano stati uccisi in queste terribili attacchi”, ha detto. L’amministrazione Biden, ha aggiunto, “è profondamente preoccupata per la possibilità – probabile – che alcuni degli americani dispersi siano ostaggi di Hamas”.
Gli Stati Uniti “non hanno alcuna intenzione di intervenire sul campo” in risposta agli attacchi terroristici, ha poi detto in un briefing con i giornalisti il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, annunciando nuovi aiuti a Israele “nei prossimi giorni”.
Le vittime in Israele e a Gaza
Continua intanto a salire il bilancio delle vittime dell’attacco di Hamas in Israele, bilancio arrivato a 900 morti, scrive Haaretz. Secondo quanto riferisce l’ufficio stampa del governo israeliano sono 2.600 le persone ferite. Solo al rave attaccato da Hamas in Israele, vicino al confine con la Striscia di Gaza, si contano 260 morti. Sale anche il bilancio delle vittime tra i palestinesi dopo la risposta di Israele con i raid aerei condotti dalle forze armate sulla Striscia di Gaza e in Cisgiordania in rappresaglia: almeno 687 palestinesi sono stati uccisi dal 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità nell’enclave costiera assediata. Il ministero ha anche affermato che circa 3.726 persone sono rimaste ferite.
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