Pitagora raffigurato da Raffaello ne «La Scuola di Atene»
26 maggio 2016
Pitagora raffigurato da Raffaello ne «La Scuola di Atene»

Ricette calabresi-cucina leggendaria

La Calabria e Pitagora, il padre del vegetarianesimo


Pitagora di Samo, il grande matematico e filosofo greco del VI secolo a.C., pare che dopo lunghi viaggi in Egitto e Babilonia, per scegliere il luogo dove fermarsi e fondare la sua scuola, interpellò l’oracolo di Delfi e questi indicò Crotone, la ricca e lussureggiante città della Magna Grecia.

Qui nacque il movimento filosofico che prese il suo nome, la famosa scuola pitagorica dove la matematica venne elevata a scienza teorica, considerando il numero l’essenza delle cose e sostenendo che solo la scienza libera dall’errore e solo attraverso il sapere ci si libera dall’ignoranza, considerata una colpa. Il pensiero pitagorico, che aveva anche carattere politico, da Crotone si diffuse nelle città di Reggio, Locri, Terina e anche oltre la Magna Grecia.

I pitagorici erano sostenitori delle teorie orfiche dell’immortalità e della trasmigrazione dell’anima, sia in esseri umani che animali, e ritenevano che per mantenerla pura e incontaminata occorresse svolgere delle pratiche ascetiche, sia spirituali che fisiche.

Alla scuola di Pitagora, dove erano ammesse anche le donne, venivano imposte regole piuttosto rigide: comunione dei beni, osservanza del celibato, pratiche quotidiane di purificazione dell’anima e corpo e un’alimentazione adeguata a base di prodotti vegetali.

Pitagora fondò quindi un’autentica religione basata sul vegetarismo e sul pacifismo, raccomandò una dieta non carnivora non soltanto per motivi di buona salute fisica, mentale e spirituale, non solo per benevolenza verso gli animali, ma anche perché credeva che la violenza verso i più deboli portasse inevitabilmente ai conflitti tra gli esseri umani.

Secondo i pitagorici, anche i piaceri carnali non aiutavano ad elevare le virtù morali e venivano contrastati da alcuni cibi come la lattuga, chiamata anche «eunuco». Pitagora, secondo il biografo Diogene, pagava i pescatori perché ributtassero il pescato in mare ed era solito mangiare pane e miele al mattino e verdure crude la sera.

Dalle Metamorfosi di Ovidio ci arriva invece la sua contrarietà alla dieta a base di carne: «Amici miei… ci sono campi di frumento, mele così abbondanti da piegare i rami degli alberi, uva che riempie le vigne, erbe gustose e verdure da cuocere, c’è il latte e il miele odoroso di timo; la terra offre una grande quantità di ricchezze per le quali non si provoca spargimento di sangue o morte. Come potrete pretendere giustizia quando voi stessi sacrificate per crudele ghiottoneria o avidità degli esseri legati a noi da fraterna alleanza?».

Pertanto Pitagora è considerato a pieno titolo il «padre» del vegetarianesimo, portato anche alle estreme conseguenze. E’ nota difatti la sua totale avversione per le fave, perché rappresentavano per lui le anime dei morti, e per questo morì ucciso quando, inseguito dagli scherani di Cilone, non volle attraversare un campo di fave.
Annamaria Persico


Leggi anche...



News
Innovazione, Durante (Sisal): “Investimenti...

"La trasformazione digitale di Sisal è stata possibile grazie all'investimento in...


News
Trump e il caso Gaetz, nelle mani dell’Fbi le...

Gli investigatori federali hanno ricostruito una rete di pagamenti tra Matt Gaetz e decine di...


News
Ascolti tv, il nuovo show ‘This is Me’...

'This is Me', il nuovo show di Canale 5 condotto da Silvia Toffanin che racconta i sogni...


News
Incidente nel leccese, mezzo rifiuti contro auto:...

Un grave incidente stradale, con un bilancio di un morto e tre feriti, si è verificato...