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14 febbraio 2024

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La Calabria e San Valentino: è Belvedere Marittimo la città dell’amore


Oggi si celebra San Valentino vescovo e martire, che nacque a Terni nel 176 circa e morì a Roma il 14 febbraio 273, venerato dalla Chiesa cattolica come patrono degli innamorati e degli epilettici.

In Calabria, la Città dell’Amore è Belvedere Marittimo, il bellissimo paese affacciato sul Tirreno cosentino che custodisce le reliquie di San Valentino dal 24 maggio 1700, quando vennero date in dono, per volontà del Papa, dal cardinale Gaspare del Carpine, Vescovo di Sabina, a Valentino Cinelli.

Il 27 maggio 1710 Francesco Cipollina consegnò a Padre Samuele del convento dei Padri Cappuccini di Belvedere anche un’ampolla con sangue e frammenti di ossa di San Valentino.

L’autenticità delle reliquie è confermata dalla lettera inviata dagli uffici papali dal cardinale Gaspare del Carpine datata 26 maggio 1700 inviata al sig. Valentino Cinelli.

Di tutto questo non si parlò più fino al 1969, quando nel Convento, in seguito alla rimozione delle tele di San Francesco e San Daniele che si trovavano nella pala centrale, fu rinvenuto il reliquiario da Padre Terenzio Mancina.

Da allora il 14 febbraio Belvedere, gemellata con la città di Terni, rende omaggio a San Valentino con vari festeggiamenti cittadini e ogni anno apre il Convento dell’Amore, dove sulle spoglie del santo le coppie di sposi rinnovano il loro giuramento per le loro nozze d’Argento, d’Oro, di Diamante o di Ferro e molte coppie di innamorati si scambiano promesse d’amore.

San Valentino nacque a Interamna (oggi Terni) da famiglia patrizia, fu convertito al Cristianesimo e consacrato vescovo di Terni nel 197 a soli 21 anni. Nel 270 giunse a Roma per predicare il Vangelo e per questo fu condannato a morte e poi graziato da Claudio II. Nel 273 per la sua opera di conversione a Roma fu di nuovo condannato e decapitato per ordine dell’imperatore Aureliano.

Secondo alcune fonti, Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario pagano romano Sabino, che invece era pagano.

Si narra che prima del matrimonio la giovane Serapia si ammalò gravemente e Sabino disperato supplicò Valentino, accorso al capezzale, affinché non fosse separato dalla sua amata perché non poteva vivere senza di lei. Valentino battezzò il giovane, celebrò il matrimonio e mentre levava le mani in alto per la benedizione, i due morirono, unendosi per l’eternità.

A parte la leggenda romantica, la festa di San Valentino che ricorre il 14 febbraio sembra che derivi dai riti pagani dei Lupercalia dedicati al dio della fertilità che i Romani celebravano il 15 febbraio.

Festeggiamenti a dire il vero piuttosto sfrenati e lussuriosi, il cui culmine era raggiunto quando per le strade i devoti del fauno Luperco, bellissimi uomini giovani e nudi, frustavano le matrone che spontaneamente si offrivano per lo strano rito.

Insomma, una cerimonia talmente in contrasto la morale cristiana che Papa Gelasio I, nel 496, spostò la festa al giorno precedente, dedicandola a San Valentino che da allora divenne il patrono degli innamorati.

Secondo alcuni studiosi, il vero patrono non sarebbe Valentino da Terni, ma un altro sacerdote vissuto negli stessi anni e anch’egli martire decapitato ma in ogni caso il culto di San Valentino è diffuso in tutto il mondo e le sue reliquie sono venerate in diversi paesi d’Italia.
Annamaria Persico (articolo pubblicato su Reportage il 14 febbraio 2018) 


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