Pentedattilo di Maurits Cornelius Escher
14 novembre 2018
Pentedattilo di Maurits Cornelius Escher

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La grande mostra «Escher: la Calabria, il Mito» dal 20 novembre a Catanzaro


Arriva per la prima volta a Catanzaro e a grande richiesta la mostra-record dedicata a uno degli artisti più amati del ‘900. Al Complesso Monumentale del San Giovanni apre il 20 novembre la grande mostra Escher: la Calabria, il Mito: un’occasione unica per conoscere l’arte del genio olandese e l’influenza che l’architettura e i paesaggi calabresi ebbero sulla sua parabola artistica.

La mostra è prodotta e organizzata da Comune di Catanzaro e assessorato alla Cultura della Città di Catanzaro con il Gruppo Arthemisia, con il contributo della Regione Calabria e in collaborazione con la MC Escher Foundation. A curare l’esposizione sono Federico Giudiceandrea e Domenico Piraina. Partner dell’iniziativa la Camera di Commercio, l’Università Magna Graecia e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. A gestire i servizi museali sarà la 4Culture.

Attraverso un percorso di 86 opere, alcune delle quali mai esposte in Italia come Fuochi d’artificio (1933), Sogno e Senglea (1935), la mostra non solo è specchio della vita e dei viaggi che Maurits Cornelis Escher fece nel nostro Paese, ma anche del riverbero che il suo lavoro e le sue creazioni ebbero e continuano ad avere sulle generazioni successive.

Nel Sud Italia e in Calabria Escher maturò buona parte di quelle idee e suggestioni che caratterizzano, nel segno della sintesi tra scienza e arte, la sua matura produzione e gli studi sulle forme che lo hanno reso unico nel suo genere. La mostra, ricostruendo il legame profondo tra Escher e la Calabria, offrirà l’opportunità di scoprire un punto di vista suggestivo e personale sui piccoli borghi calabresi che custodiscono la memoria e l’identità della nostra storia.

Durante la sua permanenza in Italia dal 1922 al 1936, Escher visitò diversi luoghi della nostra penisola. Tra questi proprio molti borghi della Calabria che egli percorse a partire dal 28 aprile del 1930. Le terre mediterranee, così profondamente diverse da quella natia, esercitarono su di lui una profonda attenzione: lo colpirono il sole e la luce del Sud, le architetture geometriche dei paesaggi, le costruzioni verticali sulle rocce, gli strapiombi sul mare, la stratificazione di culture antiche.

Tra le opere più importanti in mostra e testimonianza del suo viaggio calabrese Morano, Pentedattilo e Rocca Imperiale (tutte del 1930) e le vedute di Scilla, Tropea, Santa Severina e Rossano del 1931.

Il ricordo della Calabria, come del resto di tutta la nostra penisola, rimarrà indelebile nella mente e nelle opere future di Escher, tanto che in Dream del 1935 è ripresa la mantide religiosa che lo stesso aveva disegnato a Pentadattilo cinque anni prima.


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