turdilli
26 novembre 2017

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La ricetta dei turdilli calabresi, per un Natale celestiale!


Turdilli calabresi, chiamati anche crustuli nelle zone joniche della regione: sono il dolce natalizio calabrese più antico e buono che ci sia, fatto di ingredienti poveri come la farina, il vino e il miele. Il nome turdilli (turdiddri nel cosentino) probabilmente deriva dal fatto che assomigliano a piccoli tordi arrostiti, cacciagione in voga secoli fa.

L’origine di questo dolce si perde nella notte dei tempi, probabilmente a quando, qualche millennio fa nelle regioni affacciate sul Mediterraneo come la nostra Calabria, si celebrava il solstizio d’inverno, ancor prima dell’avvento dei Romani e del loro Natalis Solis Invicti.

La concezione solare delle feste natalizie ritorna nella forma che hanno queste delizie, che è quella della spirale, simbolo del principio vitale, il raggio di sole che arriva sulla terra per vivificare la natura.

I turdilli difatti sono a bastoncino, rigati e arrotolati su se stessi. Con lo stesso impasto si preparano gli scalilli o scaliddri, a forma di spirale posta dentro un ovale, una scalilla, piccola scala per ascendere al cielo.

INGREDIENTI
1 kg di farina 00
250 gr. di olio evo
200 gr. di vino cotto o, in alternativa, vino dolce
200 gr. di acqua
la scorza grattugiata e il succo di tre arance
cannella in polvere
chiodi di garofano macinati
un pizzico di sale
olio per friggere
miele, possibilmente di castagno

PREPARAZIONE
Riscaldate un poco gli ingredienti liquidi insieme in un pentolino e poi versateli con delicatezza sulla farina che avrete messo su una spianatoia, senza dimenticare la cannella, i chiodi di garofano e la scorza d’arancia. Iniziate a mescolare e poi impastate con le mani fino a che il tutto sia omogeneo e sodo. Se dovesse risultare troppo secco aggiungete un po’ di vino e olio in uguale misura.

Formate ora dei rotolini della larghezza di un dito, tagliateli e fatene dei piccoli cilindretti di circa 5 centimetri. Con una forchetta fateci un po’ di pressione facendolo ruotare fino a che il cilindretto prende la forma di uno gnocco. Se volete fare gli scalilli, create un ovale con la pasta ed inseritevi dentro un bastoncino a forma di spirale, attaccando bene le parti.

Friggete i turdilli in abbondante olio caldo e fateli scolare bene su una carta assorbente. Ora vanno passati un po’ alla volta nel miele sciolto a fiamma bassa in una padella. Vi si devono immergere completamente e vanno girati delicatamente con un mestolo di legno tenendo la fiamma bassa.

Per dovere d’informazione devo dire che esistono in Calabria alcune varianti a questa ricetta base, come l’aggiunta di uova, zucchero, liquore all’anice o anche vino rosso al posto del vino cotto o di usare alla fine miele di fichi oppure miele di api e vino insieme. Fateli come volete, tanto i turdilli, o crustuli o scalilli sono un dolce davvero particolare.

Noterete che assaggiati subito sono buoni, ma se se aspettate almeno il giorno dopo per gustarli, sprigioneranno tutta la loro essenza celestiale. Sono dolci da meditazione!
Annamaria Persico


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