ospedale nola
12 gennaio 2017

News

La solidarietà di un medico calabrese ai colleghi di Nola


Immagino che molti di voi storceranno il naso dinnanzi alla mia solidarietà: per molti sarò tacciato di essere «macellaio» e non medico; per altri sarò semplicemente il cinico difensore d’ufficio della «casta» medica.

A costoro dico: «Non sapete di cosa parlate!». E ve lo spiego io! Lavoro da 30 anni nel Pronto Soccorso più importante della Calabria (il Pugliese-Ciaccio di Catanzaro). Dopo i tagli posti letto operati dalla «magnifica» politica nostrana e dopo la chiusura di ospedali come Chiaravalle Centrale e dopo il ridimensionamento di ospedali come Serra San Bruno e Soverato, ci siamo trovati, negli ultimi anni, centinaia di volte nella medesima situazione di Nola (per fortuna non siamo ancora stati costretti a curare per terra i pazienzi… ma, probabilmente, accadrà prima o poi!).

Il punto è che gli operatori della sanità (medici e infermieri) sono da anni (grazie al mancato turnover dovuto ai debiti prodotti dalla stessa «magnifica» politica nostrana) l’anello debole della catena «sanità-salute». La «magnifica» politica taglia soldi, attrezzature e personale per arginare le sue pessime scelte ad minchiam del passato e i medici sono costretti ad intervenire su un arresto cardiaco di un paziente costretto, per mancanze di barelle, ad essere adagiato per terra.

Al «Pugliese» è ormai consolidato il fatto che pazienti in attesa di ricovero sostino per 2-3-4 giorni nei locali del Pronto Soccorso occupando tutti i lettini, tutte le sedie e sostando sulle barelle del 118. Da anni abbiamo prodotto decine di lettere di denuncia. Nessuno si è mai degnato di risponderci.

Ora ditemi voi cosa dobbiamo fare in una situazione analoga, se dovesse verificarsi, a quella di Nola:
1) se arriva un vostro parente in pericolo di vita, per esempio in arresto cardiaco, e non ho una barella libera, lo trasferisco in un altro ospedale (con morte certa in ambulanza) o lo metto a terra e pratico un benefico massaggio cardiaco salvandogli la vita?

2) cosa ne pensate di quei «parenti» che commettono un reato facendo filmati con telefonini e infischiandosene della privacy dello stesso paziente in arresto cardiaco (che sicuramente vuole essere salvato e non filmato)?

3) cosa ne pensate di quei politici nostrani che dopo aver sconquassata la sanità calabrese, in situazioni analoghe chiederebbero (come ha fatto lo…«scienziato» di presidente della Regione Campania) il mio licenziamento con l’accusa di aver salvato una vita umana… curandola sul pavimento?

Mi farebbe piacere aprire un dibattito con tutti i miei amici di FB anche se una cosa è certissima: pur di salvare una vita umana, sarei disposto a trattarlo anche sulla tazza del… cesso.
Per quanto mi riguarda lo ripeterò fino alla noia: I COLLEGHI DI NOLA SONO DEGLI EROI!!!!!!
Claudio Asta
Dirigente medico Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso
presso Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro


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