Dettagli da Frontiera, questo il titolo dell’evento in ricordo di Pina Majone Mauro svoltosi ieri all’Uniter di Lamezia Terme e curato da Ippolita Luzzo, letture di Giovanna Villella.
Ha presentato l’incontro, facendo le veci della presidente Gabriella Colistra, Silvana Gigliotti che esordisce: “Pina Majone Mauro, poetessa riconosciuta, apprezzata anche fuori dai confini nazionali. Un grande orgoglio averla avuta come come concittadina”. La biografia della poetessa e le sue opere introducono l’incontro dedicato a Frontiera, raccolta di “canzoni” sulla Calabria. “Frontiera”, concetto ricco di sfaccettature, presa di coscienza di ciò che è giusto e di ciò che non lo è.
Prende la parola la blogger e critica letteraria Ippolita luzzo, amica personale della poetessa: “Farò una breve presentazione di linee guida dei versi di Pina Majone Mauro. Dieci anni fa Pina Majone Mauro e Pasquale Porchia a Palazzo Nicotera discussero su Frontiera. Abbiamo portato insieme a Pina Majone Mauro i versi dappertutto, ci fu una serata in ricordo di persone amatissime che non ci sono più. Amava i suoi libri e chiedeva se fossero in libreria i suoi versi».
«Lei diceva», continua Ippolita Luzzo, «dallo “spazio asfittico del destino” e da Frontiera io ho estrapolato e creato una poesia da una miscellanea di versi. Pina Majone mi spinse a scrivere». Luzzo racconta ancora e legge su un incontro immaginario tra Pina Majone Mauro e il famoso scrittore Pessoa su Corso Nicotera a Lamezia. «Il poeta trova sempre il varco della poesia, la frontiera dell’anima. Portare i libri nelle scuole rendeva Pina felice di farlo conoscere ai ragazzi. Il libro Frontiera si presenta al mondo, a tutti, e tutti possono parlare tra di loro, soprattutto i poeti passati e presenti che si incontrano».
Tra racconti e ricordi della poetessa Majone Mauro, tre struggenti poesie lette dalla professoressa Giovanna Villella. La prima “Qui appartiene al Sud”, la seconda “Per lungo tempo appagati e felici”, la terza “Per il prendere il largo”, dedicata a La rosa nel bicchiere di Franco Costabile. “La poesia deve essere condivisa, come le note della musica così i versi”, così chiosa infine la Villella.
Marco Ammendola