L’insigne pittore ed incisore rinascimentale tedesco Albrecht Dürer, dipinse, nel lontano 1503, con magistrale destrezza e profondo coinvolgimento, un acquerello spettacolare noto come Grande zolla, riproducente una semplice porzione di terra popolata dalle erbe e dai muschi più comuni: un capolavoro inimitabile che fu anche il primo ed il più grande manifesto per la tutela del territorio mai realizzato al mondo.
Ho avuto la fortuna di poterlo ammirare nuovamente pochi giorni fa ed il suo sottile e penetrante potere suggestivo, ancora intatto dopo ben 500 anni, mi ha fornito una inusuale prospettiva per riflettere meglio sui grandi problemi che affliggono oggi la nostra Grande e bistrattata Zolla di Lamezia.
Un vero girone dantesco, questa nostra città, crudamente disarcionata dal terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose, narcotizzata dalle imminenti prossime elezioni e dalle inutili celebrazioni del 50mo dalla fondazione.
Priva comunque di rappresentanza politica capace e preparata, incalzata e scalzata senza tregua dagli altri importanti Comuni della Regione, presidiata da una burocrazia inerte e paralizzante, servizi insufficienti o allo sbando, aeroporto minacciato di depotenziamenti cruciali, ospedale ai minimi termini, mare sporco, montagne abbandonate e incendiate, Terme solo per i ranocchi, economia e produzione reale inesistente, disoccupazione ai massimi livelli, esodo massiccio di giovani qualificati con inarrestabile emorragia di competenze preziose, politiche agroalimentari e turistiche mai lontanamente pensate e ombre minacciose perfino sull’archeologia.
Considerazione a livello regionale, nazionale e comunitario pari pressoché a zero. Pare inoltre che, profittando della mancanza di una guida politica, si voglia collocare nel territorio lametino una discarica al servizio di tutta la Calabria.
Basta? No, dimenticavo Minosse: la ‘ndrangheta e il diffuso malaffare collusivo non sono spariti con lo scioglimento, ma continuano ad operare completando il quadro con la loro azione devastante.
Ci sarà mai un Dürer capace di comprendere e rappresentare una simile disastrata Zolla di territorio per fornire chiare linee guida utili ed impostare un possibile progetto di riassestamento e di sviluppo? Insomma, esiste una squadra in grado di scrivere un manifesto di rilancio di Lamezia e di attuarlo?
Non siamo più nel Rinascimento, ma da allora molti uomini capaci, a cominciare da Luca Paciolo. ci hanno fornito un metodo per affrontare i problemi territoriali complessi che non prevede lo scambio di favori politici: quello della razionalità economica.
Proviamo ad utilizzarlo sinteticamente cercando di osservare la nostra sfortunata «Zolla» con la stessa cura amorevole e la serena acutezza con cui il Dürer osservò il suo emblematico fazzoletto di terra.
Posizione geografica
La notevole distanza dai grandi bacini di produzione industriale e di sbocco europei, relega tutto il Mezzogiorno, quindi la Calabria e con essa Lamezia, ad una posizione di notevole ritardo di sviluppo economico.
Questo gap potrebbe attualmente essere in parte ridotto con il massiccio e sapiente ricorso alle opportunità di globalizzazione offerte dal Web ed utilizzando e potenziando allo scopo, in maniera efficiente, sia l’Aeroporto internazionale lametino, sia il Porto di Gioia Tauro (con la relativa, istituenda Zes), sia i nodi ferroviari e stradali esistenti.
La collocazione di Lamezia al centro della regione e dell’Istmo calabro potrebbe inoltre fornire, se adeguatamente sfruttata, ulteriori chances di sviluppo.
Lamezia non può perciò rinunciare né al rafforzamento del suo Aeroporto, né può consentire che la Zes di Gioia Tauro nasca annacquata, frazionata, dispersiva e destinata a soccombere alla forte concorrenza che senz’altro eserciterà la Zes Napoli/Salerno.
Sarebbe interesse di tutta la regione e di Lamezia che la nuova Zes calabra riservasse l’80% degli insediamenti solo ad imprese agroalimentari. Lamezia deve inoltre notevolmente migliorare il sistema di collegamento tra rete ferroviaria e stradale ed Aeroporto.
Caratteristiche territoriali potenziali
La vasta Piana lametina lambita dal mare, i monti circostanti, il clima invidiabile e irriproducibile altrove, sarebbero ideali per produzioni agroalimentari di nicchia, ad alta intensità identitaria con ampie possibilità di collocamento, attraverso il Web, con il supporto di adeguate politiche di marketing, su tutti i i mercati internazionali.
Mare, terme e montagne potrebbero costituire un polo integrato di attrazione turistica capace di generare un notevole reddito aggiuntivo.
Lamezia ha perciò interesse ad ottenere dalla Regione, dal Governo e dalla UE il massimo sostegno per realizzare investimenti importanti e preminenti nel settore agroalimentare e, in subordine, in quello turistico, per ricerca, innovazione, formazione e costituzione di efficienti canali di sbocco sui mercati esteri.
Situazione economica attuale
Lamezia, come tutta la Calabria è oggi interessata da una lieve ripresa indotta dal positivo andamento del ciclo economico generale. In realtà però il nostro PIL quando cresce, registra incrementi molto minori che in tutte le altre realtà europee e, in periodo di ciclo negativo, perde, al contrario, molti decimi di punto in più rispetto agli altri, rimanendo incapsulato, senza via d’uscita nella famigerata «trappola della povertà».
Questo fenomeno è principalmente dovuto alla politica di dispersione degli investimenti attuata dalla Regione Calabria che non consente di trarre alcun vantaggio dalle fasi favorevoli del ciclo e non lascia spazi per tamponare adeguatamente le perdite in fase negativa. In sostanza la politica di investimenti regionali ed il Por (Piano operativo regionale) sono troppo deboli e non riescono da anni ad innescare la benché minima scintilla di sviluppo di produzioni che possano agire in maniera anticiclica.
Lamezia e tutta la Calabria avrebbero perciò grande interesse nel concentrare, per un periodo non inferiore a 4/5 anni, una notevole massa di investimenti sul solo settore agroalimentare indirizzandovi almeno il 50% delle risorse totali ripartite inefficacemente fra gli otto diversi settori attualmente supportati. In mancanza di tale opportuno provvedimento la «trappola della povertà» ci trascinerà senza eccezioni nel fondo del baratro con tutte le conseguenze immaginabili.
Linee di sviluppo locale
Per sfruttare al massimo l’effetto della concentrazione degli investimenti sul settore agroalimentare dovrà essere tutto declinato in chiave ineludibilmente Glocal (globale/locale).
Occorrerà occuparsi dell’organizzazione della produzione, della trasformazione e del confezionamento il loco di prodotti identitari originati da antichi saperi e lavorare intensamente al reperimento di mercati di sbocco internazionali stabili che garantiscano l’assorbimento dei nostri prodotti di nicchia, adeguatamente promossi, indipendentemente dall’alternarsi delle fasi del ciclo.
Ciò sarà attuabile sostenendo efficacemente la formazione, la ricerca e l’innovazione nel settore e sostenendone l’occupazione con incentivi mirati.
In un altro mio articolo di recente pubblicato ho discusso in sintesi sui metodi per indurre ad emersione le capabilities locali e per stimolare «l’intelligenza collettiva» della comunità a rendersi parte decisiva del processo di sviluppo.
Lamezia avrà interesse a collegarsi con tutti i centri di eccellenza regionali ed extra regionali per ottenere supporti adeguati nella implementazione dei nuovi modelli di sviluppo ed avrà altresì interesse a conoscere ed applicare tutte le Best practice sperimentate con successo altrove.
Rapporti con la Regione
Poiché la Regione si dimostra debole ed inefficiente nelle politiche di investimento e di sviluppo è irrinunciabile interesse di Lamezia quello di monitorare con attenzione ogni passo della Giunta in argomento investimenti e Por, quello di pretendere da essa una incisiva presenza di consulenza ed indirizzo nella promozione dello sviluppo locale con il coinvolgimento di Unical, nonché quello di negoziare e/o opporsi motivatamente di fronte ogni iniziativa regionale che di fatto possa determinare il depotenziamento o il ritardo dei progetti programmati dalla città.
Rapporti con il Governo centrale
Lamezia, come città recante le problematicità tipiche del Mezzogiono, non può non osservare con attenzione il corso dei provvedimenti che riguardano le politiche di trasferimento ed investimento centrali indirizzate al Sud. Con ogni mezzo Lamezia dovrà seguire ex ante il processo di formazione di tali documenti al fine di predisporsi al meglio al loro recepimento o di contrastarne per tempo gli effetti indesiderati con tempestivi interventi.
Sono certo, ad esempio, che sono in pochi a sapere che, nel prossimo mese di Giugno, il Governo dovrebbe emanare un Decreto, in attuazione della L. n. 18 del 27/2/2017 con cui dovrà destinare al Sud trasferimenti importanti di risorse commisurati alla percentuale di popolazione rappresentata (34%).
Basti solo pensare che, se tale provvedimento fosse stato anticipato a scopo anticiclico, avrebbe ridotto l’impatto della crisi da cui stiamo oggi uscendo di circa la metà, diminuendo la disoccupazione e la perdita di Pil in egual misura. Nessuno dal Sud, e tantomeno dalla Calabria, ha rivendicato o segnalato la necessità di adottare per tempo questa utilissima misura.
Nel prossimo Giugno, Lamezia farà bene ad osservare ciò che accadrà vigilando sulle proprie spettanze. E dovrà così agire per ogni provvedimento futuro segnalando con apposite note le proprie attese
Tutela ambientale e «disaster management»
In armonia e collaborazione con gli altri comuni rivieraschi vicini e con la Regione sarà necessario predisporre misure utili per mantenere le acque del mare sempre pulite. Sarebbe da progettare un sistema snello di monitoraggio capace di individuare in tempo reale le fonti di inquinamento e di rimuoverle.
Dato il deficit di antropizzazione che interessa le proprie regioni montane, Lamezia avrebbe inoltre bisogno urgente di misure che invertano la tendenza allo spopolamento incentivando le giovani leve a decidere di consolidarsi sui territori e a svolgervi attività di tutela e difesa della natura retribuite anche parzialmente.
La città avrebbe forte interesse a controllare costantemente tutto il proprio territorio contro l’insediamento di qualsiasi discarica abusiva nonché ad essere negoziatrice, a pieno titolo, delle condizioni di posizionamento di eventuali impianti di smaltimento e discarica regionali e delle relative contropartite da pretendere.
Essendo note sia la presenza di una pericolosa faglia sismica posizionata nel territorio, sia le devastanti conseguenze dei terremoti precedentemente verificatisi, Lamezia deve dotarsi urgentemente di un piano di sicurezza antisismico adeguato e sempre aggiornato da esperti in disaster management e procedere a porre al più presto in sicurezza tutti gli edifici pubblici ed altre eventuali costruzioni a rischio.
Gestione dei problemi di efficienza delle «in House»
Lamezia è una città di dimensioni notevoli e non può rinunciare a disporre di servizi efficienti ed economicamente sostenibili.
La gestione delle «in House» deve essere perciò sempre affidata a managers di comprovate capacità professionali in grado di ottenere risultati quantitativi e qualitativi apprezzabili a costi contenuti. Deve essere sempre evitata la nomina di fiduciari privi di curriculum adeguato e di competenze specifiche.
Sanità e Ospedale
Lamezia, data l’ampiezza del suo territorio e la distribuzione della numerosa popolazione, avrebbe bisogno di un presidio ospedaliero centrale polivalente di dimensioni adeguate e di grande efficienza.
A Lamezia, al contrario, in nome della cura dimagrante imposta alla Sanità calabra, il nosocomio è stato progressivamente impoverito e sottodimensionato a favore di altri centri che impongono un tributo/distanza che può costare la vita al paziente. Con tutta la cura di efficienza, la Calabria continua tuttavia a generare «emigrazione sanitaria» per diversi milioni di euro all’anno.
Non abbiamo ancora statistiche per affermarlo, ma è verosimile che, a conti fatti, il risultato del commissariamento in atto possa esprimersi in un incrementato tasso di mortalità ed in un peggioramento generale delle condizioni di salute dei calabresi con costi che riassorbono ampiamente gli sforzi di razionalizzazione. Rimane un mistero da chiarire il senso finale di tanti cambiamenti a scapito del nostro nosocomio.
Lamezia ha perciò interesse ad insistere per riottenere le funzioni ospedaliere sottratte al proprio Ospedale e per migliorare i servizi sanitari sul proprio territorio.
Indifferenza e rassegnazione della popolazione
Il popolo lametino, più volte disilluso ed ingannato da una classe politica priva di etica, ha sviluppato un atteggiamento cinico ed indifferente ad ogni coinvolgimento sociale.
Questo nuovo comportamento si adagia, bisogna riconoscerlo, su un precedente e consolidato uso della popolazione consistente nell’«aspettare di essere serviti da qualcuno» o nell’«attendere che le cose si risolvano da sole» anziché darsi da fare collettivamente per risolvere i problemi.
In ultima istanza, tutta la popolazione è schiava, per la risoluzione dei propri problemi, del medievale favore clientelare e rimane inerte di fronte ad ogni necessità di prodigarsi a favore della comunità.
Lamezia deve tentare di vincere questa disaffezione ed inerzia sociale che pervade la popolazione attuando programmi sistematici di coinvolgimento in attività che diano il senso di soddisfazione per il risultato raggiunto collaborando con gli altri componenti della comunità. Occorrerebbe iniziare inoltre dalle elementari ad isolare e neutralizzare gli atteggiamenti familistici educando ad una socialità più aperta e collaborativa.
Azione contro la criminalità
La popolazione di Lamezia ha il diritto di far rilevare che l’aver subito tre scioglimenti significa essere inequivocabilmente in prima linea sotto il mirino della criminalità e che ciò avviene principalmente per la perdurante mancanza di sufficienti presidi anticrimine e di misure economiche statali in grado di sottrarre spazio vitale al malaffare.
Lamezia è stata per 50 anni abbandonata sostanzialmente a se stessa nell’arginare il fenomeno. Basti poi una sola considerazione per debellare ogni replica: la Regione Calabria ha varato più di dieci anni fa una Legge Antimafia che non ha mai di fatto applicato. Non è più che sufficiente per dichiarare la Giunta ed il Consiglio collusi?
Lamezia, nella sua solitaria lotta per liberarsi dalle spire del crimine, dovrà comunque perseguire la più cristallina legalità in ogni suo atto e affidarsi ad amministratori di specchiata moralità. Se solo fosse possibile realizzare il programma di investimenti delineato nei punti precedenti si sarebbe già raggiunto un risultato insperato a danno del malaffare.
Lamezia, inoltre, non potrà esimersi dal compiere ogni sforzo per debellare definitivamente la mentalità di elemosinare il piccolo favore o la protezione a personaggi che si sostituiscono allo Stato ed instaurare quella del pieno rispetto dei diritti e dei doveri civici.
Mi auguro che le riflessioni sopra esposte riescano a dare almeno un’idea delle linee da seguire per ricondurre Lamezia, la nostra Grande Zolla, su una strada di legalità e sviluppo coerenti e che risultino evidenti i punti di rivendicazione cui la città non deve rinunciare.
Nelle more del periodo di commissariamento sarà necessario che uno o più Comitati di cittadini si incarichino di migliorare le proposte contenute nella traccia sintetica da me elaborata, di portare avanti e rappresentare al meglio le esigenze vive della città e di vigilare accuratamente affinché Lamezia non rimanga indifesa e non diventi oggetto inerte della bramosa cupidigia di vicini troppo interessati. Francesco Gaspare La Scala
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