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1 luglio 2024

News Lamezia e lametino

LAMEZIA. «Onorevole, mi consenta»: lettera aperta all’onorevole Furgiuele


CARO On. FURGIUELE, SE CONOSCESSE MEGLIO BADEN POWEL ED AVESSE UNA LEGGERA INFARINATURA DEL VANGELO non userebbe con tanta poca parsimonia, argomenti, mi dispiace doverglielo dire, (ma uno politicamente innocuo come me se lo può permettere), chiaramente stravaganti. L’apprezzamento ironico per l’interesse e la passione che il Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme e gli Scout profondono nella politica cittadina , e dico non solo, non lo avrebbe manifestato se solo avesse saputo quali cambiamenti portò nel 1962 il Concilio Vaticano Secondo sia dal punto di vista rituale che dottrinale. Ma non la voglio tediare con concetti troppo complicati per chi, e ne ha tutto il diritto, si accontenta di sormontare l’insegna della sua segreteria con l’aureola, indubbiamente più popolare del Concilio, di San Francesco di Paola.

Oppure invadere le pagine dei giornali locali della notizia dell’aumento, grazie al Suo impegno parlamentare, delle risorse per il restauro di un convento. Lei, col piglio muscolare del partito a cui appartiene,  accusa la Chiesa e gli eredi di Baden Powel di trattare la materia dell’autonomia differenziata con un approccio a senso unico.  E con lo stesso afflato polemico suggerisce all’istituzione morale di favorire il confronto, anziché di sentenziare senza aver ascoltato (aggiunge le altre campane).

Che la Chiesa non ascolti tutte la campane mi sembra difficile da sostenere anche se non tutti i rintocchi richiamano messaggi Pasquali. Quello che Lei non si sente di dire è che, prima di tutto, la Chiesa deve ascoltare e vivere il Vangelo. E vivere il Vangelo  significa, senza ombra di dubbio, non essere dalla parte di chi blocca i naufraghi in mare o di chi grida ai quattro venti la superiorità di una razza sull’altra o, infine, di chi vuole le classi differenziate, su misura per esaltare il merito a scapito  di chi manifesta bisogni educativi, propri di chi non ce la fa. Se ne faccia una ragione, on. Furgiuele! La Chiesa di “Fratelli Tutti!” non sarà mai con chi dà un colpo al cerchio e l’altro alla botte, adoperando il bilancino del farmacista. La Chiesa della “Pacem in Terris” e quella di “Fratelli tutti” hanno in comune il coraggio di mettersi dalla parte dei deboli senza, ovviamente, smettere di pregare per coloro che questo coraggio non ce l’hanno e che, manzonianamente, non riescono a darselo. Buon approfondimento del Vangelo, onorevole!

Fiore Isabella (scrittore e poeta)


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