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3 agosto 2017

News Lamezia e lametino

L’appello di Rosario Piccioni per Scordovillo: «Il sindaco Mascaro prenda un’iniziativa che coinvolga tutte le forze politiche»


«Sulla vicenda di Scordovillo, non bisogna reagire d’istinto ma costruire percorsi concreti per uscire dall’emergenza. Sarebbe facile fare speculazione politica, anche solo ricordando gli slogan della campagna elettorale del Sindaco Mascaro che annunciava lo sgombero di Scordovillo in dodici mesi. Invece prima di intervenire ho aspettato per avere carte in mano e lanciare stimoli costruttivi all’amministrazione. So bene che si tratta di una questione complessa, di durata quarantennale.

Tuttavia ci troviamo di fronte a un dato di fatto: in due anni in Consiglio comunale non si è mai discusso della questione rom, se non dichiarazioni estemporanee dopo ogni incendio. Rivolgo un appello al Sindaco: prenda un’iniziativa coinvolgendo tutte le forze politiche, senza distinzioni, per trovare una soluzione concreta e fattibile, senza slogan o soluzioni a portata di mano che non esistono».

E’ il messaggio all’amministrazione Mascaro lanciato dal consigliere comunale Rosario Piccioni (Lamezia Insieme), nel corso di una conferenza stampa convocata poche ore fa per indicare alcune piste percorribili atte a dare risposte concrete alla questione di Scordovillo, dopo l’intensificarsi degli incendi nelle ultime settimane.

Due in particolare: interlocuzione costante con la Prefettura e l’Agenzia dei beni confiscati, dare esecuzione allosgombero degli alloggi occupati abusivamente da ormai due anni in Via degli Uliveti dove potrebbero essere trasferiti venti nuclei familiari dei cittadini di etnia rom da Scordovillo.

Rispetto alla possibilità di utilizzare i beni confiscati per trasferire i nuclei familiari di Scordovillo, per Rosario Piccioni «è grave che, alla Conferenza dei servizi convocata dal prefetto di Catanzaro il 13 luglio scorso per discutere dell’utilizzo di quasi cento immobili confiscati in provincia di Catanzaro, alla presenza del direttore nazionale dell’Agenzia dei beni confiscati Mariani, per la nostra città non era presente né il Sindaco, né il vice sindaco, né il dirigente del settore ma un funzionario, sicuramente competente, che però, com’è giusto che sia, non ha un peso politico tale da incidere in un organo con poteri decisionali quale è la conferenza dei servizi.

«Tanti comuni della provincia invitati, anche molto più piccoli di Lamezia, hanno inviato in rappresentanza i sindaci o comunque figure politiche dell’amministrazione. Il funzionario in quella sede si è limitato a dire che il Comune di Lamezia si riservava di decidere. Stiamo parlando di 18 immobili confiscati alla criminalità con destinazione abitativa nella nostra città: sarebbero un importante strumento per avviare un piano di sgombero reale del campo. Possibile che il sindaco non abbia sentito l’esigenza di muoversi in prima persona su un fronte così importante? Prendiamo atto della manifestazione di interesse deliberata dalla Giunta nei giorni successivi sui beni confiscati e ci auguriamo abbia esito positivo.

«Ma siamo preoccupati che l’assenza di una figura politica nella conferenza dei servizi del 13 luglio, il fatto che non si sia suggellata in quella sede la volontà politica dell’amministrazione comunale lametina come hanno fatto invece altri comuni, possa pregiudicare la risposta dell’agenzia nazionale e gli immobili confiscati presenti sul nostro territorio possano essere utilizzati per altre finalità. A maggior ragione, il Sindaco Mascaro attivi un’interlocuzione immediata e costante con la prefettura e l’agenzia nazionale dei beni confiscati per fare capire che questi beni sono fondamentali per liberare Scordovillo».

Esprime preoccupazione il consigliere Piccioni «per le dichiarazioni del prefetto, pronunciate in più sedi, secondo le quali in due anni non è stato presentato alcun progetto dall’amministrazione. Ma il prefetto ha detto anche una cosa importante: se si predispone un progetto da parte dell’amministrazione, la Prefettura si attiverà per trovare le risorse.Dobbiamo muoverci su questa strada».

Sui venti alloggi di Via degli Uliveti, realizzati con finanziamento ministeriale, Piccioni ha ricordato che «da ormai due anni sono occupati abusivamente da famiglie non rom. Con tutto il rispetto e la comprensione umana per quelle famiglie, quegli alloggi sono destinati a cittadini di etnia rom: almeno venti famiglie potrebbero essere trasferite da Scordovillo in quegli alloggi. Nonostante la diffida del prefetto a sgomberare gli alloggi occupati abusivamente, ancora in due anni l’amministrazione Mascaro non ha concretizzato lo sgombero.»

Un riepilogo di quanto è stato fatto dall’amministrazione precedente sul fronte della questione Rom. Con numeri alla mano: «prima del sequestro da parte della Procura nel marzo 2011, a Scordovillo vivevano 528 persone e 136 nuclei familiari. Con il piano di azione dell’amministrazione Speranza, che ha individuato gli alloggi disponibili sul territorio e contemporaneamente abbattuto i container per evitare possibili ripopolamenti di Scordovillo, già nell’ottobre 2013 erano presenti 388 cittadini in 101 nuclei familiari, con una riduzione di 140 cittadini e di 35 nuclei familiare.

E ancora, il progetto Le tre chiavi di Ciaiò, che ha ottenuto un finanziamento di quasi 3 milioni di euro dal Ministero degli Interni, per realizzare 28 alloggi prefabbricati per i cittadini di etnia rom e liberare il campo di Scordovillo. Sempre la Giunta Speranza aveva individuato dieci aree, distribuite su tutto il territorio cittadino, dove realizzare gli alloggi, aree poi significativamente ridotte dal consiglio comunale.

«Vogliamo sapere dall’amministrazione Mascaro se in questi due anni sono state mandate avanti le pratiche per il cambio di destinazione d’uso delle aree individuate per realizzare gli alloggi, se l’ufficio speciale rom istituito dall’amministrazione precedente per seguire l’iter del progetto abbia funzionato in questi anni o se è tutto fermo», conclude Piccioni, «nessuna speculazione sulla vicenda ma la questione di Scordovillo non si risolve con gli slogan. Il Sindaco assuma l’iniziativa politica per coinvolgere tutti, scelga lui le modalità che ritiene più opportune».


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