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13 giugno 2017

News Lamezia e lametino

Le Forze dell’Ordine di Lamezia stamani hanno donato e deposto un giglio d’argento ai piedi della statua di Sant’Antonio


«Guarda con bontà a questa città di Lamezia Terme perché possa essere sempre nel mondo custode di quel patrimonio di amore e solidarietà che tu hai testimoniato con la tua vita. Sant’Antonio, amico e protettore della nostra città, aiutaci ad amare di più il Signore e il nostro prossimo, a sperare di più nella pace, a credere di più nei frutti dell’unità e non in quelli del conflitto. Tu che hai saputo disarmare i cuori e a riportare serenità nelle famiglie, aiutaci a coltivare pensieri ed atteggiamenti di pace e di profondo rispetto dell’altro».

E’ stata la preghiera che il Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora ha rivolto a Sant’Antonio di Padova, nel giorno della festa del Santo protettore della città di Lamezia Terme, nel corso della tradizionale concelebrazione eucaristica al Santuario dei padri Cappuccini alla presenza dei rappresentanti di tutte le Forze dell’Ordine, dell’Esercito, delle Associazioni di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza e del sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro.

Nell’omelia, il vescovo lametino si è soffermato sulla figura del Santo di Padova, sul cambiamento avvenuto nella sua vita che lo portò a seguire i figli di Francesco d’Assisi con il desiderio di diventare martire, sottolineando l’amore del Taumaturgo per gli ultimi, i più poveri, i più indifesi.

«In Sant’Antonio», ha ricordato Cantafora «la sua nuova conversione a Dio, vivere la missione che il Signore aveva pensato per lui, è coincisa con la conversione ai poveri, agli ultimi, ai bisognosi. Mi fa molto riflettere che Nicastro e Sambiase abbiano scelto come Santi protettori due Santi che si distinguono per la passione per i poveri. Sono Santi che hanno a cuore gli ultimi.

«Infatti, Sant’Antonio ha condiviso con la gente l’esperienza delle sofferenze delle tribolazioni, ha difeso il popolo contro i tiranni, è stato sempre accanto ai più deboli, ha spartito “la milza e la tenda con i poveri”. Questo è stato Sant’Antonio, perciò i poveri gli vogliono bene. E noi che ci sentiamo poveri, perché bisognosi di aiuto, sappiamo di poterci rivolgere a lui con tutto il cuore».

Dal vescovo di Lamezia, un ringraziamento alle Forze dell’Ordine che ogni anno, il 13 giugno, giungono al Santuario lametino per rendere omaggio e affidarsi alla protezione del Santo di Padova, che fu testimone di legalità e giustizia denunciando ogni forma di usura.

«Grazie per quello che fate per custodire la nostra comunità», ha detto a conclusione della celebrazione Cantafora, rinnovando l’appello «all’unità della nostra comunità, a ricercare il bene comune per uscire dalla situazione di precarietà che vive la nostra città. Lamezia ce la può fare perché ha tante energie positive, che per noi sono motivo di speranza».

Un giglio d’argento, realizzato dal maestro Giovanni Costantino, è stato donato e consegnato ai piedi di Sant’Antonio dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza, dal Corpo dei Vigili del Fuoco, dalla Polizia Penitenziaria, dal Polizia Municipale, dall’esercito italiano «Reggimento Sirio», dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato, dall’Associazione Nazionale Carabinieri e dall’Associazione Finanzieri d’Italia.

Il guardiano del Convento dei Cappuccini, padre Bruno Macri, ha consegnato un quadro di Sant’Antonio ai rappresentanti delle varie Forze dell’Ordine ed associazioni, tra cui al dirigente del commissariato di Polizia Antonio Borelli, che all’inizio di luglio lascerà dopo sei anni Lamezia per insediarsi a Macerata dove diventerà il nuovo vicario del Questore.

Domani, al termine della tradizionale processione di Sant’Antonio per le vie della città, il vescovo di fronte al Santuario rivolgerà il suo messaggio alla città e la benedizione con la reliquia del Santo.


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