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7 aprile 2016

News

L’efficacia dell’aromaterapia nel trattamento dei disturbi neurocognitivi. Se ne parlerà domani in un workshop a Sant’Andrea dello Ionio


Si parlerà di aromaterapia nel corso del workshop che si terrà domani, con inizio alle ore 16.30, a Sant’Andrea dello Ionio, dove esperti provenienti anche da fuori regione prenderanno in esame le «Basi razionali ed appropriatezza terapeutica di una medicina complementare millenaria». L’evento, organizzato in collaborazione tra l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, l’Università della Calabria e l’Università «Magna Graecia» di Catanzaro, darà l’opportunità di esaminare i risultati degli studi clinici sugli effetti dell’aromaterapia in pazienti con disturbi neurocognitivi.

Gli argomenti saranno trattati da Tullio Giraldi, docente dell’Università di Trieste, da Alfredo Focà, dell’Università «Magna Graecia», da Amalia Bruni, direttore scientifico del Centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, da Rossella Russo, ricercatore presso la facoltà di Farmacia dell’Unical. Prenderanno parte all’incontro anche il direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri, il sindaco di Sant’Andrea Jonio, Nicola Ramogida, il presidente dell’Ordine dei Medici di Catanzaro Vincenzo Ciconte e il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Catanzaro, Vitaliano Corapi.

«L’aromaterapia», chiarisce Giacinto Bagetta, ordinario di Farmacologia Dipartimento di Farmacia, Scienze della Salute e della Nutrizione Università della Calabria «è una forma specializzata di fitoterapia, che impiega gli olii essenziali estratti da diverse parti di piante aromatiche (lavanda, melissa, bergamotto, ecc.) per la cura di disturbi comportamentali da stress e non solo. Da medicina millenaria, praticata in tutte le civiltà, l’aromaterapia è oggi inserita tra le pratiche terapeutiche complementari alla medicina ufficiale. E’ ormai documentato come essi siano dotati non solo dei ben noti effetti psicologici evocati dall’esperienza olfattiva, ma anche di effetti neuro-farmacologici. E’ stato dimostrato che specifici costituenti dell’essenza interagiscono con meccanismi alla base della comunicazione tra neuroni e della stessa loro sopravvivenza nel cervello. Inoltre, da qualche decennio anche la ricerca clinica ha prodotto importanti risultati mediante studi condotti secondo i più rigorosi metodi di ricerca in ambiti clinici in cui notevole è il bisogno di terapie più efficaci e più sicure di quelle attualmente disponibili».

«Le demenze», afferma il professore Bagetta «colpiscono il 6.4% della popolazione con più di 65 anni di età (circa 800.000 pazienti in Italia) e si calcola che almeno nel 54% dei casi si tratta di demenza di Alzheimer. Gli enormi costi in sofferenza umana per il paziente, la famiglia ed i care givers, insieme al costo annuo per la cura di un paziente con demenza, stimato in circa 60.000 € e di cui il 71% dei costi diretti (circa 11.000 €) è a carico delle famiglie, dà la dimensione sociale della malattia».

«Benché intensamente studiati», prosegue Bagetta «i farmaci basati su strategie innovative rispetto agli attuali ancora non hanno dato risultati apprezzabili. Già dopo dieci mesi dalla diagnosi di demenza, accanto ai sintomi cognitivi si aggiungono sintomi molto gravi della malattia, quali quelli che formano il disturbo comportamentale e psicologico, per i quali la terapia cognitiva non è efficace. Inoltre, la terapia a lungo termine con psicofarmaci (neurolettici, neurolettici atipici etc.) espone a gravi rischi la stessa vita dei pazienti con un aumento di circa due volte del rischio di morte rispetto al placebo. I risultati di studi clinici controllati hanno attratto l’attenzione sull’aromaterapia somministrata per massaggio quale rimedio per il controllo del disturbo comportamentale aggressivo e di agitazione in pazienti con demenza. I risultati di alcuni di questi studi dimostrano come essa risulta efficace almeno quanto i farmaci antipsicotici atipici ma, rispetto a questi, sia priva di tutti i loro gravi effetti collaterali. L’importanza di tali risultati origina anche dalla nozione che il paziente con demenza è molto spesso anosmico (non percepisce gli odori); pertanto, l’azione terapeutica dell’aromaterapia non è attribuibile ad un mero effetto psicologico bensì all’azione farmacologica di principi attivi che, attraverso il sangue, raggiungono il cervello».


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