Cari colleghi, rubo qualche minuto al tempo tiranno che ci costringe immobili nei nostri studi che a volte sembrano «caverne abitate da eremita», per qualche comune riflessione.

L’Amministrazione Fiscale e Finanziaria dello Stato italiano procede sempre più spedita nella riduzione degli uffici periferici e razionalizzazione del personale.

E questo ci può anche stare se non fosse che la grossa mole di lavoro da svolgere, quasi totalmente in via telematica, viene affidata motu proprio ed unilateralmente ad esterni soprattutto commercialisti ed a titolo totalmente gratuito.

Si lavora tra mille difficoltà e scarsissimi ricavi, con adempimenti sempre più pressanti, con spese e responsabilità rilevanti che ricadono sui professionisti. Nel fare tutto ciò, il cosiddetto Stato lo impone d’imperio e non permette replica alcuna ma addirittura sanziona chi non rispetta quanto comandato.

Di fronte a tutto ciò siamo diventati contabili esecutori per conto del Ministero delle Finanze ma non solo se aggiungiamo tutti gli adempimenti dovuti verso gli enti previdenziali ed assistenziali quali Inps, Inail, Casse Edili ecc. ecc.

Siamo sempre più scribacchini stupidi di uno Stato che spesso ci perseguita anche? Molti, tra cui il sottoscritto, ne sono convinti.

Quindi che fare? Oltre alle azioni che è necessario avviare per la semplificazione e chiarezza fiscale, per ridurre il peso di imposte e tasse soffocanti, per tutelare quasi come esemplari in via di estinzione le piccole imprese, è il momento di chiedere soprattutto rispetto e dignità per il lavoro che si svolge.

Non si tratta di pretendere nessuna elemosina ma di riconoscere la giusta, opportuna e dovuta mercede a chi con sacrificio ed abnegazione svolge ruoli e mansioni. I professionisti, come tutti, non vivono nell’illusione di una qualifica seppur prestigiosa; il titolo conseguito e la targa dorata o luminosa non sostituiscono, da soli, le necessità di una esistenza.

Molti colleghi professionisti, studi piccoli e grandi, stanno sopravvivendo, è il caso di fare qualcosa per permettere almeno di vivere. Coinvolgiamo i nostri Ordini e intraprendiamo insieme iniziative idonee per rappresentare al meglio i nostri disagi. Auguri a tutti noi.
Raffaele Papa
Commercialista – Revisore