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15 gennaio 2020

News

Lettera del Centro studi Don Francesco Caporale al candidato presidente Pippo Callipo


Egregio candidato alla presidenza della Regione,
La Calabria è chiamata al voto per il rinnovo della Presidenza e del Consiglio regionale il prossimo 26 gennaio. La prossima legislatura regionale sarà particolarmente importante e cruciale per le sorti della Calabria. Tutti i protagonisti della vita economica e sociale calabrese, in testa a tutti i candidati alla presidenza della Regione, hanno di fronte un compito difficile e importante: quello di avviare una fase nuova, di recuperare il gap di competitività che continuiamo ad avere rispetto alle altre regioni italiane, di ripensare radicalmente il modello di sviluppo. Devono essere individuate misure di sostegno alle imprese che scelgono di restare, invece che chiudere o ‘partire’, così come la Regione deve diventare un interlocutore efficiente, dotato di burocrazie snelle e professionali, operante con procedure trasparenti e semplificate.

Speriamo, inoltre, che questa anomala campagna elettorale possa essere spersonalizzata per consentire ai calabresi-elettori di concentrarsi sul dibattito vero capace di incentrarsi sulle questioni chiave del mancato sviluppo della Calabria che continua a pagare gli errori e l’egoismo di una classe politica famelica e priva di spessore etico e morale.
Il nostro auspicio è che il voto dei calabresi sia libero, sebbene siamo consapevoli che – soprattutto a causa delle elevate percentuali di disoccupazione e le criticità economico-sociali che rallentano lo sviluppo – la politica clientelare che sfrutta il bisogno delle persone rappresenta una incrostazione culturale difficile da aggredire.

Apprezziamo il tentativo con cui con determinazione e il coraggio è intervenuto nella costruzione delle liste dei candidati al Consiglio regionale, il rigore etico e morale che l’ha spinta a dire tanti ‘no’ per mettere in piedi un progetto innovativo poggiato sulle gambe di uomini nuovi, o di figure di esperienza impeccabili. E’, comunque, un punto di partenza importante e nuovo da queste parti.
Quello che le chiediamo per continuare assieme in questa linea del rinnovamento è una presa di posizione anche per il giorno dopo la vittoria: basta transfughi, basta politici chiacchierati, basta sindaci, assessori e consiglieri comunali impiegati dalla Regione basta posti nelle strutture speciali barattate per voti come posti di lavoro. Chiudiamole queste strutture speciali, e se così non potrà essere si lasci il posto a giovani e capaci laureati che possibilmente non si siano candidati alle elezioni comunali. Anche questo serve per ‘liberare’ il voto e restituire la speranza in un cambiamento possibile.
Gli elettori calabresi sono cittadini e non sudditi, e da persone libere di rivendicare e ottenere i propri diritti che per troppo tempo sono stati spacciati per favori devono essere rispettati. La libertà intesa come indipendenza economica passa dall’impegno nella lotta alla ‘ndrangheta: dobbiamo molto e ringraziamo le forze dell’ordine ed in particolare il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ma molto dipende da noi, dalla capacità di cogliere l’invito ad occupare gli spazi vuoti liberati dalla legge per costruire la società del cambiamento all’insegna della legalità e della trasparenza.
L’impegno che le sollecitiamo, inoltre, è quello di una concreta battaglia per la modifica della legge elettorale regionale finalizzata ad una maggiore partecipazione e al rispetto della libertà di voto attraverso l’introduzione del voto disgiunto ed in particolare della parità di genere, colpevolmente trascurata dalla amministrazione uscente che in più di una occasione non è riuscita a concretizzare in aula con il voto intenti palesemente strumentali e svuotati di reale volontà politica.

Serve una classe dirigente nuova, competente, che sia specificatamente preparata ad assumere le redini in settori strategici – come ad esempio Agricoltura e Turismo – in una parola: qualificata. E per questo deve essere selezionata tenendo conto della meritocrazia.
La mafia, la ‘ndrangheta il malaffare diffuso, la corruzione: si combattono anche in questo modo.
Egregio candidato, ci aiuti a tutelare i nostri figli, lasciandoli liberi di lasciare la propria terra secondo una scelta consapevole e non perché costretti, e lasciando loro anche la possibilità di tornare per costruire qui il proprio futuro. Il compito della buona politica è anche questo.

Per il Comitato direttivo CSPS Don Francesco Caporale
Massimo Maruca
Paolo Antonino Maria Ferrise
Alberto Tiriolo
Francesco Saverio Macrina


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