“Le piattaforme sono la zona più sicura dove liberare le tartarughe marine perché oltre a essere un habitat dove possono trovare subito da mangiare, sono anche una zona interdetta a qualsiasi tipo di attività, tra cui la pesca” Così Simone D’Acunto, Direttore CESTHA – Centro Sperimentale Tutela degli Habitat – dopo la liberazione oggi di 2 esemplari di tartaruga marina nei pressi della piattaforma Eni Porto Corsini Mare Ovest-C a largo di Ravenna. Dopo un periodo di riabilitazione i due esemplari sono stati riportati in mare. “Quest’anno è stato un anno eccezionale di recuperi. Grazie alla collaborazione dei pescatori – ha continuato D’Acunto – abbiamo avuto anche 80 tartarughe contemporaneamente nel nostro centro e quindi tutte quelle che sono guarite le liberiamo. Oggi abbiamo liberato Rucola e Happy che sono due tartarughe giovanili e che hanno entrambe non più di una 12-14 anni e speriamo che possano trovare una nuova vita per arrivare a crescere e poi riprodursi.” Il clima che cambia, le mareggiate quest’anno ci sono stati moltissimi recuperi.
“L’acqua, scaldandosi, fa sì che le tartarughe permangano anche nella stagione invernale. Quindi ancora più tempo nelle nostre acque, e questo riscaldamento ha prodotto un evento eccezionale per l’Emilia Romagna. Proprio ieri sera è stato trovato il primo nido di tartaruga marina mai registrato nella nostra regione, nella zona di Cervia. E adesso inizieranno due mesi di attesa per vedere se fra 60 giorni si schiuderanno le tartarughine.”