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4 gennaio 2018

News

L’Ic Radice-Alighieri di Catona denuncia lo «scippo di Natale» consumato ai danni della comunità di Rosalì


Grande delusione dalle posizioni dell’amministrazione metropolitana sullo «scippo di Natale» che d’imperio ha sottratto il plesso di Rosalì alla sua comunità e all’Istituto comprensivo Radice–Alighieri di Catona.

Agli argomenti mossi contro una scelta giudicata assurda e priva di qualsiasi ragione logistico-getionale, il sindaco risponde con posizioni prepotenti e chiuse al dialogo. Il territorio si organizzerà per mettere in atto ogni forma di protesta per salvare la scuola di Rosalì.

E’ stato un incontro disarmante, deludente ed estremamente preoccupante, quello tenutosi presso il Palazzo metropolitano «Corrado Alvaro» di Piazza Italia, che, invece di porre riparo allo «scippo di Natale» consumato ai danni della comunità di Rosalì e dell’Istituto comprensivo Radice-Alighieri di Catona, con l’accorpamento del plesso di Rosalì all’Ic di Campo Calabro, ha semplicemente comunicato con la prepotente freddezza di cui il sindaco Falcomatà è sempre più avvezzo trattare i suoi cittadini della irrevocabilità della misura adottata.

Un incontro scoraggiante per l’atteggiamento di una amministrazione che si è dimostrata, con in testa il suo supponente sindaco (metropolitano e non), non disposta all’ascolto delle legittime rimostranze di un territorio che si sente toccato nel legittimo diritto allo studio.

Eppure al tavolo sono stati portati dalla dirigente scolastica Simona Sapone, e dai rappresentanti dei genitori in Consiglio d’Istituto, argomenti di una logica disarmante per dimostrare l’assurdità di una scelta basata esclusivamente sui numeri (e ancor di più del metodo adottato per metterla in atto) che inevitabilmente porterà alla morte di una istituzione di vitale importanza per Rosalì: dalla totale assenza di condizioni di accessibilità tra Campo Calabro e Rosalì ai pericoli congeniti alla interruzione della continuità didattica (gli alunni cambieranno tutti gli insegnanti); dalla distruzione di un rapporto virtuoso intessuto in questi anni tra scuola e territorio, in tutte le sue componenti associative, all’interruzione di tutte le attività di interplesso legate all’orientamento, all’indirizzo musicale, alle progettualità extracurriculari.

E poi ancora il rischio di trasformare Rosalì in una sorta di riserva indiana slegata dagli altri plessi viciniori, sottolineando come Campo Calabro dovrebbe sforzarsi di raggiungere la sua autonomia attraverso il recupero del gran numero di alunni che si iscrivono in scuole di Villa San Giovanni piuttosto che facendo campagna acquisti con il miope consenso politico di un sindaco che dimentica di essere, oltre che sindaco metropolitano anche il sindaco di Rosalì, Catona, Villa San Giuseppe, Pettogallico, Concessa, Salice, Arghillà.

Tutto inutile e sbrigativamente tradotto dal sindaco come argomenti pretestuosi, polemici e tesi a mettere in cattiva luce l’operato della sua «illuminata» amministrazione.

Comunicato il messaggio, Falcomatà ha lasciato in anticipo il tavolo senza presentarsi davanti alle centinaia di cittadini che attendevano speranzosi i risultati dell’incontro nella sala della biblioteca di Palazzo Corrado Alvaro.

Tuttavia, è stato estremamente illuminante notare come andato via il Sindaco e il suo atteggiamento di chiusura e presunzione, il tavolo si è finalmente animato di argomenti.

L’assessore Nucera ha avviato un intervento tutto teso alla mediazione, facendosi promotrice di una proposta tesa a impegnare l’amministrazione a riportare Rosalì a Catona qualora Campo Calabro dovesse recuperare gli iscritti nel corso di questa annualità, facendo di fatto emergere la pochezza delle ragioni che hanno portato l’amministrazione ad assumere una tale scelta.

Posizione sostenuta dal sindaco di Campo Calabro, dalla dirigente del settore, dal vicesindaco Mauro e dall’assessore Marino, tra gli sguardi increduli di quanti si sono ritrovati di fronte amministratori capaci di proporre l’ipotesi che un gruppo di alunni tra i 3 e i 10 anni, con le loro rispettive famiglie, possano diventare una sorta di pacco postale da spedire e rispedire al mittente di anno in anno.

Invitati a recarsi a comunicare la propria proposta ai cittadini in attesa nella sala attigua, nessuno dei rappresentanti dell’amministrazione metropolitana presenti al tavolo ha avuto la dignità e l’etica di recarsi davanti ai cittadini, preferendo il colpevole silenzio.

Soltanto il consigliere Marra, rappresentante eletto del territorio di Catona, ha provato a comunicare la proposta di temporaneità della scelta, cercando di mantenere tuttavia le distanze dall’amministrazione sottolineando di essere consigliere comunale e non metropolitano.

La dirigente Sapone e i rappresentanti dei genitori del Consiglio d’Istituto hanno ribadito che saranno intraprese tutte le misure per fronteggiare una scelta che mette inevitabilmente in ginocchio una comunità intera, derubata della sua scuola e del diritto di appartenenza ad un territorio fatto di sinergie, di passioni e progettualità.

Sarà convocata a breve una assemblea aperta del Consiglio d’Istituto a Rosalì, nella quale saranno decise le prossime azioni da intraprendere.
Il Consiglio d’Istituto «Radice-Alighieri»


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