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11 febbraio 2024

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LITWEB. «Danza Cieca di Virgilio Sieni al Marca» di Ippolita Luzzo


“Siamo il corpo. Lo abitiamo e come organismo sensibile siamo predisposti allo spostamento.” nelle note introduttive del libro di Virgilio Sieni il corpo è lo strumento che accoglie ed è accolto, agisce e dialoga con la capacità di percepire l’aura delle cose, scrive Sieni e leggere il libro amplifica lo spazio della conoscenza.

Il libro è pubblicato nella collana “rasoi” da una raffinata casa editrice da me amatissima “Cronopio”

“Danza cieca nasce per originare le cose che dall’attesa prendono vita” l’aura come presenza tangibile, scrive Virgilio Sieni coreografo e danzatore del gesto, oserei dire io, creatore di Danza scenica, duetto danzato da lui insieme al danzatore non vedente Giuseppe Comuniello una danza sulla tattilità, con musica dal vivo di Spartaco Cortesi.

Ora siamo al Marca, noi spettatori di Danza Cieca.

Danza cieca sfida il limite del corpo.

Non ti vedo ma ti sento, sento il gesto, sento lo spazio, possiamo danzare insieme. I limiti del corpo superati con la sensibilità, con l’apprendimento e la tecnica, con la memoria. Gesti ripetuti, gesti che si fanno parola e dialogo. In un crescendo di immagini pittoriche vediamo gesti delle pale ammirate nelle pinacoteche, nei musei. L’arte che non sta più appesa al muro ma scende nel grande spazio allestito e delimitato dalle sedie dove noi spettatori prendiamo posto. Sul pavimento un tappeto di cartone delineato da linee bianche e in un angolo due blocchi di argilla. Servirà l’argilla ad essere plasmata e trasformata dal tatto, servirà a dare vita ad altri quadri. Nessuna fotografia possibile durante lo spettacolo, nessun video, ma era giusto così altrimenti si sarebbe persa la continuità dell’azione. danza-cieca

Una danza silenziosa ma armonica, la musicalità piano piano si faceva spazio ma non era il suono delle note bensì il suono del gesto. Il dominio dello spazio, la percezione dello spazio benché non fosse visto da uno dei danzatori privo del dono della vista ma in grado di sopperire alla mancanza con il gesto, con la ripetizione, con la assoluta padronanza della situazione.
Un situazionismo danzante, mi sembra di poter chiamare lo spettacolo di ieri sera proposto al Marca di Catanzaro dalla compagnia del Teatro del Carro, nell’ambito di una rassegna di altissima qualità. “Nell’ambito del progetto “Il corpo ritrovato”  Come se tutti i quadri che per anni abbiamo visto appesi alle pareti del Marca ora fossero scesi giù a creare dei Tableaux Vivants.

“Stanze poetiche dove niente è fisso”

Grande coinvolgimento emotivo e noi spettatori guarderemo i nostri gesti meravigliandoci di non averli mai visti prima.
La tappa calabrese del progetto è ospite della Residenza MigraMenti, sostenuta da MiC e Regione Calabria, e gode del patrocinio della Provincia di Catanzaro, del Comune di Badolato e del Comune di Roccella Jonica e della sezione catanzarese dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catanzaro.”Ippolita Luzzo


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