Ieri al Lamezia International Film Fest X Edizione in omaggio a Piero Bonaccurso recentemente scomparso è stato proiettato Fili, tratto dall’omonimo spettacolo della compagnia teatroP da lui fondata.
L’ultima proiezione della pellicola è stata nel 2016 nell’ambito della manifestazione Lamezia Summertime, quando Pierpaolo Bonaccurso ha portato a Lamezia Terme alcuni tra i più prestigiosi artisti di strada contemporanei per celebrare i 40 anni di teatrop, la storica compagnia teatrale lametina fondata nel 1976 e diretta, fino al 2011, dal papà Piero Bonaccurso. 40 anni di attività riassunti in una mostra fotografica allestita nelle sale del Museo della Memoria e poi la visione del docu-film Fili a cura di Fabio Butera tratto dall’omonimo spettacolo di teatrop e dedicato a Gianni Piricò, altro padre fondatore di teatrop scomparso da qualche anno. 
Ieri sera viene proiettato di nuovo Fili e fra il pubblico un commosso e in lacrime Ivan Falvo d’Urso, nel film uno degli attori, nel pubblico anche Lorenza Gaetano, che nel film canta la ninna nanna al suo piccino, un bambolotto di plastica in realtà. Il film è del 1989 e sul palco Fabio Butera ci spiega come fosse stato complicato farlo con gli strumenti di allora, cioè molto prima di quell’anno in cui tutto il materiale girato fu ritrovato da PierPaolo Bonaccurso e rielaborato.
Piero Bonaccurso in Fili interpreta il dispotico regista che tramite una ragnatela di fili impone il tempo dell’azione. Ora sul palco prima della proiezione Pierpaolo Bonaccurso legge un foglio lasciato da Piero sul tavolo del suo studio poco prima di andare via e ciò che legge sarà il filo conduttore della serata e sarà il tema discusso da tutti gli altri bravissimi ospiti del Festival: Giocare con l’arte. La tensione del gioco per conoscersi. Senza formalizzare lo scopo. Affettografia. E soprattutto la coincidenza. Se stia lavorando o giocando. Aggiungo il foglio di Piero e sul foglio di Piero insieme ci troviamo tutti ad inventarci una vita, un sorriso, una rosa. Creandoci un mondo e donandolo agli altri.
Ippolita Luzzo
