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21 gennaio 2020

News Lamezia e lametino

Mai con Salvini Lamezia: «Segnale chiaro, chi semina odio non è persona gradita in questa città». Le immagini della manifestazione


C’è ancora vita a Lamezia! Giovedì scorso Matteo Salvini ha tenuto l’ennesimo tour in Calabria e a Lamezia.
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Forte del consenso ottenuto alle scorse elezioni politiche, con la scusa della campagna elettorale per le elezioni regionali, ha creduto di poter diffondere, senza alcuna conseguenza, le proprie parole d’odio e propaganda, tenendo un comizio pubblico sul corso principale di Lamezia.
Appena diffusa la notizia, la Lamezia antirazzista è riuscita a mobilitare, in soli due giorni, centinaia di persone convocando un presidio in Piazza Mercato Vecchio.
Nonostante il dispiegamento di forze dell’ordine, i partecipanti al presidio sono riusciti a muoversi su Corso Nicotera arrivando a poche decine di metri dal luogo del comizio, prima di essere fermati da uno schieramento di polizia in tenuta antisommossa. Il presidio si è dunque ingrossato e tra cori e fischi è riuscito a disturbare il comizio dell’ex ministro degli interni.

Dopo aver infangato per anni il Sud e la Calabria, Salvini oggi si propone come salvatore della patria, sostenendo però quei politici responsabili dello sfascio calabrese. Evidentemente infastidito dai contestatori, li ha invitati a manifestare contro la chiusura degli ospedali, dimenticando (o omettendo volutamente) che l’attuale situazione sanitaria calabrese è conseguenza del piano di rientro voluto dall’amministrazione regionale di destra guidata da Scopelliti. Le stesse forze che oggi lui sostiene sono quelle che in passato hanno amministrato o continuano ad amministrare i nostri territori, operando una sistematica distruzione di servizi e diritti, basti pensare alla candidata alla presidenza della regione, Jole Santelli, ex-vicesindaco di un comune oggi in dissesto finanziario.
Soli 15 minuti di comizio, senza alcun minimo riferimento alle elezioni regionali, ma carico di retorica anti immigrati, contro la sinistra e i contestatori ritenuti maleducati “figli di papà con il rolex”, con l’immancabile motto “prima gli italiani”, ma al contrario due ore di selfie con il pubblico, perché nell’era dei social i contenuti sono sostituiti dall’apparenza e dalla ricerca spasmodica di “like”. Aver investito 560 mila euro, solo nel 2019 nella promulgazione mediatica dà i suoi frutti, l’esperto Salvini scatta una foto dal palco, inclinando lo schermo per schiacciare la prospettiva e far sembrare la piazza piena di sostenitori, ma basta verificare innumerevoli foto e video fatti dall’alto per accorgersi che si tratta di un altro dei suoi bluff.
Basta una sola fotografia per descrivere il livello di civiltà dei suoi sostenitori, finito il comizio lo spazio dinanzi il palco e la fontana totalmente invasi da volantini e facsimili elettorali.

La piazza che lo ha contestato era una piazza numerosa, composta da donne ed uomini di ogni età, colorata, meticcia, solidale e libera, lontana da ogni strumentalizzazione.
La dirigenza del PD, ormai allo stremo delle sue forze e dei suoi contenuti, ha diffuso sulla pagina del partito un video della contestazione tentando di fare propria questa protesta: dimostri di aver rotto veramente con le politiche securitarie e discriminatorie, avviate dal suo ex ministro Minniti e proseguite dalla Lega, iniziando con l’abolizione dei decreti Minniti-Orlando e Salvini.
Lamezia è riuscita a dare un segnale chiaro: chi semina odio non è persona gradita in questa città.
Mai con Salvini! Lamezia non si lega!


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