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4 maggio 2017

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Medici senza frontiere accusa: sono le politiche europee, non le Ong, a favorire i trafficanti


Durante l’audizione alla Commissione Difesa del Senato, Medici senza frontiere ha respinto con forza le accuse contro le Organizzazioni non governative impegnate in attività di soccorso nel Mediterraneo, riaffermato la legittimità della propria azione e chiesto alle autorità italiane di affrontare le vere cause di questa situazione, ovvero la disperazione delle persone e l’assenza di politiche europee che offrano alternative reali alla pericolosissima traversata del mare.

«Oggi (2 maggio, ndr) siamo venuti alla Commissione del Senato per rimettere al centro le vere ragioni che spingono migliaia di persone in mare e nelle mani dei trafficanti» ha detto Loris De Filippi, presidente di Msf.

«Ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini continuano a prendere il mare affidandosi a trafficanti senza scrupoli. Non lo fanno perché potrebbero esserci delle barche a salvarli al largo della Libia, ma perché non hanno altra scelta, e le politiche europee non offrono loro alcuna alternativa. Non sono le organizzazioni umanitarie, ma le politiche europee a favorire i trafficanti».

Durante l’audizione, Msf ha sottolineato come dalla chiusura del programma di soccorso italiano Mare Nostrum nel 2014, accusato di esercitare un «fattore di attrazione», nessun intervento europeo abbia avuto come primo obiettivo quello di salvare vite in mare.

«La fine di Mare Nostrum e la sostituzione con l’operazione, molto più limitata, Triton di Frontex, non ha diminuito le partenze ma ha portato alla tragica morte in un solo giorno di circa 900 persone, il 18 aprile 2015. Esattamente due anni dopo, è stata solo la presenza delle organizzazioni umanitarie ad evitare che una tragedia di quelle proporzioni si ripetesse, e a far sì che più di 8000 persone venissero salvate in pochi giorni», ha proseguito continua De Filippi.

«Per anni una gestione dei flussi migratori basata sulla deterrenza, non solo non ha sortito i risultati attesi», ha concluso Loris De Filippi «ma ha avuto come conseguenza quella di spingere migliaia di persone disperate ad esporsi a rischi sempre maggiori in mare.

«Ad oggi, l’ostinato rifiuto dell’Europa a provvedere adeguati canali di accesso sicuri e legali, e a creare un meccanismo di soccorso dedicato e su larga scala, continua a provocare morti e sofferenze nel Mediterraneo e in Libia. A questo punto, non si può parlare di conseguenze indirette di politiche inadeguate, ma di una deliberata e senza precedenti operazione di non-intervento a soccorso di popolazioni in pericolo».

Da quando ha avviato le operazioni di ricerca e soccorso in mare nel 2015, Msf ha salvato 60.390 persone. Un’azione sostenuta esclusivamente attraverso donazioni private, così come deriva da donazioni private il 100% dei fondi raccolti da Msf in Italia.


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