Non è esatto dire che nulla si stia muovendo sul fronte della ratifica della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità da parte dell’Italia, perché in realtà “qualcosa si muove. Almeno c’è una discussione in corso: speriamo davvero che questo fornisca una opportunità per chiarire alcuni malintesi”. Lo dice un alto funzionario Ue, in vista della riunione dell’Eurogruppo di dopodomani a Lussemburgo.
A Bruxelles, sottolinea, “rispettiamo le procedure parlamentari italiane”. Sul fatto che la ratifica della riforma del Mes verrebbe tenuta ferma al fine di ottenere un esito più favorevole della riforma in corso del Patto di stabilità, la fonte osserva che le due cose non sono tecnicamente legate, dato che una è la ratifica di un trattato intergovernativo e l’altra la revisione di norme Ue, ma naturalmente “a livello politico si può discutere di cose diverse in vari contesti”. Il solo “legame formale” che esiste tra i due dossier è che, se il quadro Ue di governance economica verrà effettivamente riformato, questo avrà anche un impatto sulle “condizioni di accesso” alle linee di credito del Mes.
“È un fatto riconosciuto anche in ambito Ue che l’aver aperto il dibattito sul Mes sia certamente un passo avanti – sottolineano gli eurodeputati di Italia Viva e Azione, Nicola Danti, vicepresidente di Renew Europe, e Giosi Ferrandino – Si riconosca il merito del gruppo parlamentare Azione – Italia Viva – Renew Europe che ha reso possibile il 30 giugno la discussione alla Camera dei Deputati”.
“Noi pensiamo che sia sbagliato mettere insieme alcuni cambiamenti richiesti sul Patto di stabilità con il fondo salva Stati, ratificato da tutta Europa meno che dall’Italia. L’importante – concludono – è che Giorgia Meloni ora si esprima con nettezza in una sede parlamentare. Continuare a tergiversare non fa bene al nostro Paese”.