s. francesco di paola lamezia 3
10 aprile 2016

News Lamezia e lametino

Migliaia di fedeli hanno accompagnato ieri la statua di San Francesco di Paola dalla Chiesa del Rosario alla Cattedrale. Il monito del vescovo: «Camminiamo insieme nell’unità per il bene di Lamezia»


«Con questo pellegrinaggio, che ha visto riunite in preghiera nella Chiesa Cattedrale le comunità di Sambiase, Sant’Eufemia e Nicastro, abbiamo vissuto un’esperienza di comunione e di ecclesialità che lancia un messaggio a tutta la città: mettiamo da parte gli individualismi, camminiamo insieme nell’unità per il bene di Lamezia». Così il Vescovo di Lamezia Terme, Luigi Cantafora a conclusione del pellegrinaggio giubilare della vicaria di San Pancrazio, che ha dato inizio al tempo dei pellegrinaggi delle diverse vicarie della Diocesi lametina in Cattedrale per l’Anno Santo della Misericordia.

Circa 2000 fedeli hanno partecipato a uno dei momenti centrali dell’anno giubilare diocesano, il pellegrinaggio in Cattedrale, attraversando la Porta Santa, accostandosi al Sacramento della Riconciliazione, partecipando all’Eucaristia e pregando secondo le intenzioni del Papa, condizioni necessarie per lucrare l’indulgenza plenaria.

Un momento arricchito anche dalla celebrazione diocesana del VI centenario della nascita di San Francesco di Paola: dalla Chiesa del Rosario alla Cattedrale i fedeli hanno accompagnato la statua del santo paolano giunta dalla Chiesa di Sambiase e la reliquia del cranio di San Francesco, custodita nel Santuario di Paola, portata in processione per le strade di Lamezia dal Correttore provinciale dei Minimi, padre Gregorio Colatorti insieme al vicario della Forania di San Pancrazio, padre Valerio Di Trapani e agli altri parroci della vicaria. E’ la prima volta che la preziosa reliquia di San Francesco viene portata fuori dal Santuario di Paola dopo le celebrazioni del V centenario dalla morte del Santo nel 2007.

Particolarmente significativa la presenza di molti gruppi ecclesiali, degli statuari di San Francesco di Paola di Sambiase e Sant’Eufemia e degli statuari di Sant’Antonio di Padova, un ulteriore segno di comunione tra le diverse realtà della Chiesa lametina che hanno varcato insieme la Porta Santa della Chiesa Cattedrale, vivendo così l’esperienza concreta di una Chiesa in cammino che si accosta alla Misericordia del Padre per divenire a sua volta segno di misericordia per l’umanità di oggi.

Una celebrazione, quella svoltasi nella serata ieri, che ha messo insieme i momenti dell’itinerario giubilare – la catechesi nella Chiesa del Rosario, il varco della Porta Santa, la confessione e la partecipazione all’Eucaristia – con le espressioni della devozione popolare al Santo Patrono della Calabria, venerato anche nella nostra città. Una pietà popolare che – come ha ricordato Papa Francesco in occasione del Giubileo dei rettori e degli operatori dei santuari – «è una genuina forma di evangelizzazione, che ha bisogno di essere sempre promossa e valorizzata, senza minimizzare la sua importanza».

«Siamo qui come pellegrini. Ci siamo messi in cammino e abbiamo varcato la Porta Santa che è Cristo. È Lui la porta che dobbiamo attraversare per vivere una vita veramente felice. Ciò che abbiamo compiuto è allora un simbolo di ciò che occorre fare nella vita quotidiana: permettere al Signore Gesù di entrare nella nostra esistenza, nella vita, nelle scelte», ha detto il Vescovo Luigi Cantafora nel corso dell’omelia sollecitando le comunità a vivere la fede con lo stesso slancio di Pietro che dopo la Resurrezione di Cristo «diventa un’altra persona, coraggiosa, audace, piena di parresia, disposta a dare la vita per il suo Signore. Le cose che appagano il nostro sentimento solo momentaneamente, una certa religiosità esterna alla vita, non la vogliamo, non serve. Entriamo invece in un cammino metodico di ascolto del Signore, apriamo l’orecchio al suo amore gratuito, alla buona notizia di Gesù Cristo morto e risorto. Cerchiamo l’incontro vero con lui, amore che sazia il cuore e ci fa testimoni, cantori di questo amore in un mondo che persegue la violenza, la distruzione, la tristezza, la morte e la guerra».

Il Vescovo ha sollecitato infine tutte le comunità della Diocesi e i singoli fedeli, ognuno secondo le proprie possibilità, a contribuire alla realizzazione dell’opera segno del Giubileo, il villaggio della carità «Mons. Francesco Maiolo», un luogo di accoglienza e comunione dove i giovani avranno la possibilità di mettersi a servizio degli ultimi attraverso il volontariato e tante persone in situazioni di disagio potranno sperimentare la misericordia del Padre attraverso gesti di carità da parte dei fratelli.


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