Il memorandum d’intesa siglato tra Ue e Tunisia è basato, come gli accordi stretti nel passato con “Turchia” e “Libia”, sul tentativo di “esternalizzare le frontiere” dell’Ue, un approccio con il quale “non posso essere d’accordo”. Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein, a Bruxelles a margine del prevertice del Pse, nella seconda giornata del summit Ue-Celac.
“Penso – afferma Schlein – che sia il solito tentativo di esternalizzare le frontiere, senza curarsi del rispetto dei principi di democrazia e senza curarsi del rispetto dei diritti fondamentali delle persone. Non condividiamo un approccio che tende, in un’ottica securitaria, a focalizzarsi solo sull’aspetto di frenare i flussi migratori, quando però al contempo sappiamo quali sono gli sconvolgimenti che la Tunisia sta vivendo dal punto di vista del rispetto della democrazia, ma anche economico e sociale. E’ un approccio che abbiamo già visto in passato: l’abbiamo visto con altri Paesi, lo abbiamo visto con la Turchia, lo abbiamo visto con la Libia. Non posso trovarmi d’accordo con questo approccio”.
A chi obietta che il memorandum d’intesa Ue-Tunisia di fatto non è molto diverso dalle intese che la Spagna ha da tempo, sotto governi di ogni colore, con i Paesi della costa atlantica africana, per limitare le partenze dei migranti irregolari, Schlein non replica: “Io vi ringrazio, ma se non prendo l’aereo….”, dice, prima di rispondere a una domanda sul salario minimo.
La proposta di istituire per legge un salario minimo ha il sostegno del “75% delle italiane e degli italiani” e il governo di Giorgia Meloni “non può voltare la faccia dall’altra parte” davanti ai “poveri che lavorano”, sottolinea la segretaria del Pd.
“Di salario minimo è giusto che si parli – afferma Schlein – perché le opposizioni sono riuscite a unire le loro forze e proprio tra poco inizia la discussione in commissione, dove il Partito Democratico continuerà a difendere l’idea che bisogna contrastare il lavoro povero: tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori, secondo l’Istat, sono poveri anche se lavorano”.
“Il governo di Giorgia Meloni – continua – non può voltare la faccia dall’altra parte su una misura peraltro su cui i sondaggi dicono che c’è un supporto del 75% delle italiane e degli italiani. Quindi noi continueremo a batterci e non molleremo di un centimetro su questa importante proposta”, conclude.