di Antonio Ciappina
Nello Stretto di Messina accade un fenomeno di rara bellezza: per uno strano effetto ottico e in particolari condizioni climatiche, le acque riflettono come uno specchio la città di Messina. Nella cultura popolare e’ nato il mito della fata Morgana.
Secondo la leggenda Morgana e il fratellastro re Artù arrivarono nello Stretto dalla Bretagna con una barca che aveva il simbolo celtico di un mostro con tre gambe chiamato Triscele, che e’ divenuto poi il simbolo della Sicilia. Artù, una volta arrivato nello Stretto, si stanziò nell’isola mentre la sorellastra decise di rimanere nelle acque antistanti all’isola per difenderla, costruendo un castello subacqueo. Ogni volta che Morgana avvertiva un pericolo per l’isola e per suo fratello, creava questo fenomeno ottico, uno specchio d’acqua tra il cielo e il mare.
Si narra che quest’incantesimo fu attuato dalla fata contro un re barbaro che si apprestava ad arrivare a Reggio. La fata allora gli fece apparire la Sicilia più vicina, il re si tuffò per raggiungerla ma affogò. Un’altra leggenda racconta che Morgana fece apparire la Sicilia molto più vicina e raggiungibile al re normanno Ruggero I D’Altavilla che la voleva conquistare. Il re non cadde nel tranello della fata e impiegò trent’anni per conquistarla a danno degli arabi.