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30 luglio 2018

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Mosaico del drago: la lettera aperta di Angela Acordon, direttrice del Polo museale della Calabria


In merito a quanto letto sulle cronache degli ultimi giorni, ritengo utile far conoscere il mio pensiero.
Intanto riscontro un improvviso interesse per il Museo archeologico nazionale di Monasterace: almeno da quando dirigo il Polo museale della Calabria non era mai accaduto e pertanto mi fanno piacere anche le critiche.

Per chi non riuscisse a immaginarlo, il Museo non è solo ciò che espone, ma è anche un insieme di grane (impianti malfunzionanti da sostituire, manutenzioni del verde e dei servizi, edificio di proprietà comunale in certe parti quasi fatiscente e chi ne ha più ne metta). Al Polo stiamo lavorando da soli per risolvere i problemi e offrire al pubblico uno spazio decente, pulito, senza rischi…

Il Museo, dunque, non è solo il mosaico del Drago.
E seppur ne è il simbolo, il Museo non è solo il Drago anche dal punto di vista dei reperti, che offrono la possibilità di una visita ugualmente elevata. Non ha perciò senso, anche se ne comprendo la logica provocatoria, dire che senza quel mosaico il Museo di Kaulonia può anche essere chiuso.
Se per qualche mese il Drago si sposta entrando a far parte di una mostra che inanella una sequenza di capolavori provenienti dai più importanti Musei archeologici d’Italia, non credo che ciò venga a detrimento del Museo dal quale il Drago proviene, ma penso anzi che esso venga ancor più valorizzato e che venga aumentata la diffusione della sua conoscenza, portando in futuro più persone a cercarlo nel Museo della cittadina di Monasterace.

Sono convinta che questa operazione non darà lustro esclusivo alla mostra organizzata dal Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, ma che ne deriveranno benefici notevoli anche per il Museo di Kaulonia, per una sua immagine più dinamica e vivace.
Tanto più che da oltre un mese il Museo di Reggio Calabria ha accolto la proposta avanzata dal Polo museale di avere in cambio, per lo stesso periodo, la testa in terracotta proveniente dal tempio della Passoliera e provo particolare orgoglio ad aver saputo leggere nella mente di Francesco Cuteri, che qualche giorno fa, schierandosi contro la partenza del Drago, ha affermato che, se davvero dovesse partire, avrebbe voluto in cambio proprio questo bene.

Uno scambio temporaneo di opere, comunicato alla Direzione generale musei, che nulla ha eccepito, che in altra circostanza non ha trovato né intoppi, né critiche. Mi riferisco alla preziosa Laminetta orfica del Museo archeologico nazionale di Vibo Valentia, simbolo di quest’ultimo Museo come il mosaico del Drago lo è di quello di Monasterace, partita per un’importante mostra a Paestum e sostituita dalla magnifica e problematica testa bronzea del Sele. Lo scambio è iniziato a maggio e durerà fino al 7 ottobre (dunque durerà per tutta l’estate).


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