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8 dicembre 2015

News

Nasce a Bologna un dormitorio sociale autogestito


Aperto a Bologna il dormitorio autogestito nel centro sociale occupato Labàs di via Orfeo. Sono un centinaio i volontari che hanno partecipato al progetto “Accoglienza degna”, con cui il collettivo Labàs e il Tpo (Teatro polivalente occupato) hanno deciso di affrontare l’emergenza abitativa in città. Hanno fra i 20 e i 30 anni, sono lavoratori e studenti con alle spalle esperienze di educatori sociali, e tramite donazioni e raccolta fondi in un mese hanno realizzato un dormitorio autogestito e il servizio di accoglienza “Refugees welcome point”, dove i migranti che transitano dalla città possono trovare ristoro, pernottare per qualche giorno, utilizzare i servizi sanitari e ricevere un pasto caldo.

«Abbiamo definito il progetto Accoglienza degna per mettere al centro il concetto di dignità umana riferita a tutte le persone», spiega Neva Cocchi, responsabile dello sportello migranti del Tpo. «L’obiettivo», prosegue Cocchi «è creare uno spazio dove chi si trova in difficoltà ed è costretto a dormire in stazione o per strada, ed è in graduatoria per una casa popolare, escluso dalle strutture pubbliche dei centri di accoglienza e dai progetti di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, può trovare una dimensione confortevole di convivenza e tranquillità quando l’inverno accentua la difficoltà di non avere una fissa dimora».

«Il dormitorio è composto da 6 camere doppie, per un totale di 12 posti letto, una cucina comune, docce, servizi sanitari e una stanza per noi volontari che saremo sempre presenti insieme agli ospiti», spiega Alessandro Pesarese, volontario. «Per accogliere le persone abbiamo svolto colloqui per conoscerci e capire come poterle aiutare. A tale scopo organizziamo anche, all’interno del dormitorio, attività di “arte-terapia” e “cucimondo”, dove gli ospiti cucineranno cibi tipici del loro Paese per favorire l’integrazione».

I primi a inaugurare il dormitorio sono stati un 38enne nigeriano e un giovane del Gambia, usciti dai percorsi di accoglienza e attualmente senza dimora fissa. A seguire entrerà anche un pakistano rimasto senza casa dopo il divorzio.

Obiettivo del progetto è incentivare le persone a uscire dalla povertà, a trovare un lavoro e a conoscere i servizi che offre la città: «Attraverso l’autogestione del territorio, abbiamo creato uno spazio dove le persone accolte diventano protagoniste, facendo scomparire la differenza fra beneficiari e noi operatori», conclude Pesarese.
Cristina Mazzi
da www.redattoresociale.it


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