“Negli ultimi 40 anni siamo in grande ritardo, parliamo di questi temi sottovalutandoli. Stiamo cercando di curare un brutto male con le zigulì. Quello che mi preoccupa è che c’è bisogno di una cura determinante, di qualcosa che rimetta in moto il meccanismo. Siamo in una fase da terremoto, le fondamenta sono compromesse e le crepe tra poco porteranno al crollo, a meno che non si raggiunga quota 500mila nuovi nati entro il 2035 perché non crolli il sistema”. Lo ha detto Gianluigi De Palo, Presidente Fondazione per la natalità, nel corso del dibattito su demografia e natalità all’Adnkronos.
“Se non si fa qualcosa di veramente impattante, non si recupera – ha ribadito – Facciamo un patto tutti insieme, che coinvolga tutti, maggioranza e opposizione, le aziende, i sindacati, le banche, il mondo dello sport, dello spettacolo. Anche sul Pnrr non c’è una voce sulla natalità. Stiamo aprendo la porta alla vendita del Paese, i soldi dati in prestito, se diminuiscono i giovani che pagheranno le tasse per ripagare quel debito e aumentano gli anziani, cosa succederà? E poi c’è anche da fare una narrazione diversa, è importante che tutti facciano il loro: abbiamo raccontato la famiglia e i figli come qualcosa di triste e angosciante. Bene oggi che la natalità sia invece una priorità del governo, lo vedremo nella prossima legge di bilancio: le risorse vanno decise oggi”.