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18 settembre 2021

Prima pagina

Neuroblastoma, l’appello di una mamma catanzarese: “Sosteniamo la ricerca”. La storia di Paola: le cure fuori regione, i miglioramenti, l’inizio della scuola, la solidarietà dopo il dolore


“La ricerca scientifica è fondamentale e va sostenuta. Io ho fatto la mia parte, e continuerò a farla per quanto mi è possibile”: l’appello di Maria, catanzarese, mamma di una bambina che dopo la diagnosi di Neuroblastoma, tumore tra i più diffusi in età pediatrica, ha risposto bene alle cure proprio grazie alla medicina e “ai tanti passi in avanti fatti dalla ricerca rappresentati per esempio dal ruolo dell’immunoterapia in questi ultimi vent’anni”. Il risultato è che Paola ora può frequentare la prima classe delle elementari dopo aver rivisto quest’estate il suo mare “in compagnia dei suoi cuginetti”.

Maria e sua figlia Paola (nomi di fantasia) sono testimoni di un’esperienza di malattia e fiducia venuta fuori due anni fa in un’estate al mare della costa jonica catanzarese. Agosto 2019: Paola si trova insieme alla nonna in una località balneare vicino a Soverato quando il pancino gonfio e la stanchezza prendono più che mai il sopravvento. Da qui la corsa al vicino ospedale, la prima ecografia, la diagnosi di una massa con diametro di sedici centimetri; poi un’altra ecografia e altri consulti in un altro ospedale di Catanzaro. Infine, nell’arco di una giornata, il momento di decidere: andare fuori regione su parere dei sanitari che consigliano il centro specialistico più vicino, a Catania, o in alternativa altre strutture specializzate come il “Gaslini” di Genova. Nel giro di poche ore la partenza per la città ligure dove Paola e la sua famiglia restano fino a ottobre scorso. Al “Gaslini”, la bambina viene sottoposta a vari interventi come da protocollo: chemioterapia, autotrapianto delle cellule staminali, intervento chirurgico, radioterapia, immunoterapia. Da ottobre scorso il rientro in Calabria con “visite di controllo a Genova ogni tre mesi per i prossimi due anni; poi i tempi tra una visita e l’altra dovrebbero allungarsi”, racconta Maria. Che ora si dice pronta a far vivere a sua figlia “più cose possibili per non privarla di nulla nonostante le nostre paure”; del resto – continua questa madre – Paola “è una bimba saggia, parla della malattia e la sua forza è la nostra forza”.

 


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