Da sinistra, nella foto: Francesco Nucara, Maurizio Ballistreri, Michelangelo Tripodi e Luca Cangemi
30 ottobre 2016
Da sinistra, nella foto: Francesco Nucara, Maurizio Ballistreri, Michelangelo Tripodi e Luca Cangemi

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NO alla de-forma Renzi-Boschi-Verdini. Si è svolta a Reggio Calabria una manifestazione organizzata dal PCI


Una serata di bella e seria politica. E’ stata questa la considerazione che è unanimemente emersa dall’affollata manifestazione pubblica, organizzata dalla Federazione reggina del rinato Partito Comunista Italiano, tenutasi presso il Consiglio regionale, che aveva per tema: La Costituzione è di tutti – La Costituzione fa scuola. NO alla de-forma Renzi-Boschi-Verdini.

L’iniziativa è stata presideduta da Michelangelo Tripodi (Segreteria nazionale del PCI), il quale ha evidenziato il pericoloso vulnus democratico che produrrebbe la sedicente riforma della Costituzione nata dalla lotta di Liberazione dalla dittatura nazi-fascista.

Una Costituzione che i poteri forti, a partire dalla Banca centrale europea e dai grandi gruppi finanziari internazionali JP Morgan e Goldman Sachs, puntano a demolire in quanto produce un «eccesso di democrazia».

Tripodi ha, inoltre, evidenziato gli ulteriori seri rischi per la tenuta della democrazia provocati dal combinato disposto tra la nuova Costituzione e la legge elettorale «Italicum» che porterebbe un enorme maggioranza parlamentare ad un’esigua minoranza.

Ha concluso affermando che la Costituzione deve essere raccontata e fatta leggere ai giovani e, in tal senso, ha ricordato la bella iniziativa del sindaco comunista di Polistena, il quale, in occasione della recente apertura dell’anno scolastico, ha distribuito la Carta Costituzionale a tutti gli alunni. Ha chiuso leggendo una splendida citazione del costituente Piero Calamandrei.

Ha, successivamente, relazionato Lorenzo Fascì (segretario provinciale del PCI) che ha dettagliatamente smontato le bugie legate alle modifiche costituzionali, puntando il dito sulle enormi falsità legate agli inesistenti risparmi dei costi della politica.

Fascì ha infatti ribadito che il Senato non viene assolutamente abolito in quanto resta in vita con le spese pressoché invariate e con la stragrande maggioranza delle attuali funzioni a partire dalla cosiddetta «navetta» delle leggi su moltissime materie. Ha chiuso segnalando la differenza tra il nuovo e il vecchio articolo 70 come esempio negativo della demolizione costituzionale voluta da Renzi e dal PD.

E’ poi intervenuta Cinzia Messina (responsabile Scuola e Saperi del PCI reggino), la quale ha esposto le pesanti conseguenze che lo stravolgimento della Costituzione porterà anche nel mondo della scuola, già massacrato dalle vergognose leggi approvate dal PD e dal governo Renzi.

Il prof. Maurizio Ballistreri (docente di diritto del lavoro all’Università di Messina, nonché componente del Comitato nazionale «Socialisti per il NO») ha tecnicamente spiegato il carattere costituzionalmente discutibile delle modifiche approvate dalla maggioranza di governo che sono in netta conflittualità con le previsioni dell’art. 138 e che pongono in essere la mancanza dei pesi e dei contrappesi dei poteri che sono l’architrave della democrazia italiana che, quindi, verrebbe pericolosamente scardinata.

Ballistreri ha chiuso citando un intervento del costituente Lelio Basso.

L’on. Francesco Nucara (presidente nazionale del PRI) ha, preliminarmente, sagacemente ironizzato sul fatto che parla pubblicamente nonostante, come già avvenuto anche per i comunisti reggini, l’amministrazione comunale Falcomatà, a partire dall’assessore Zimbalatti, abbia affermato che, non essendo presente nel Consiglio comunale, non poteva avere diritto di parola.

Partendo da queste stoccata nei confronti del Partito democratico, della giunta Falcomatà e non dimenticando il fallimento del governo regionale Oliverio, Nucara ha demolito la pseudo-riforma costituzionale dichiarando che, a prescindere dal merito della stessa che ovviamente non condivide, lui non avrebbe mai votato allo stesso modo di Marchionne, Confindustria e delle grandi banche che vogliono restringere la democrazia nel Paese.

E’ intervenuta Bianca Laura Granato (Partigiani della Scuola Pubblica) che ha dettagliatamente denunciato lo scempio della scuola pubblica portato avanti da Renzi con la legge denominata «Buona Scuola», una legge che ha rovinato migliaia e migliaia di insegnanti che sono stati ingiustamente deportati in giro per l’Italia e che se sarà coniugata con le modifiche costituzionali renziane porterà alla fine della scuola pubblica e per tutti.

Il prof. Giancarlo Costabile (docente all’Università della Calabria), dopo avere puntato il dito sull’indecente, opportunista e pressoché unanime silenzio del mondo accademico in merito alla cancellazione della Costituzione, ha dottamente argomentato il carattere padronale e dirigista che è alla base della riforma costituzionale di Renzi e di Verdini, evidenziando l’aspetto pericolosissimo riguardante la concessione dell’immunità parlamentare ai nuovi senatori che non saranno eletti dal popolo, ma saranno espressioni dei Consigli regionali che, come si è visto, sono, a partire dalla Calabria, realtà caratterizzate dal malaffare e dalle pesanti infiltrazioni mafiose.

Ha chiuso la serata Luca Cangemi (Segreteria nazionale del PCI) il quale, ha ricordato che con il NO possiamo fermare il pericoloso disegno oppressivo e difendere la scuola pubblica, laica e democratica.

Al termine, nell’evidenziare la grande partecipazione alla manifestazione, ha invitato tutti ad intensificare, in queste ultime settimane, l’impegno per il NO attraverso una campagna porta a porta che ribalti la vergognosa chiusura mediatica che il NO sta subendo, come nel caso delle televisioni tutte schierate e piegate all’arroganza renziana.
La Federazione reggina del PCI


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