In Italia, secondo dati del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) si producono annualmente da 1,3 a 1,5 milioni di tonnellate di pesche, nettarine e percoche e il nostro Paese è, insieme alla Spagna, leader in Europa.
Per quanto riguarda l’annata 2016 «le quantità registrano un calo del 10% già segnalato e previsto a livello europeo. La flessione diventa più marcata nel Nord-Italia. Qui manca infatti un altro 10% di alberi che sono stati estirpati per ridurre la produzione dopo due annate di prezzi negativi. In Emilia Romagna, culla di pesche e nettarine, dovrebbe mancare quindi un buon 20% di produzione», sottolinea Francesco Donati, presidente della Federazione nazionale di frutticoltura di Confagricoltura.
«La buona qualità della produzione 2016», prosegue Donati «favorita anche dal punto di vista climatico, non basta. Pesche e nettarine secondo le rilevazioni della Camera di commercio di Forlì, sono state pagate 40-45 centesimi al chilo nella settimana che è terminata il 7 agosto. E hanno già perso 2 centesimi in quella iniziata l’8 agosto scorso».
«Il problema ancora un volta», precisa Drancesco Donati «è da attribuire alla mancanza di aggregazione della produzione. Servono strutture di commercializzazione efficienti per aumentare il potere contrattuale. Le aziende agricole lavorano bene ma non sono in grado di vendere altrettanto bene perché l’offerta resta frammentata».