vergogna
15 luglio 2019

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NUOVA STATALE 106: «SENZA LE INFRASTRUTTURE LA CALABRIA MUORE»


Il Sud dell’Italia si sta svuotando sempre di più dei suoi giovani. Nei 7 anni della crisi, dal 2008 al 2015, il saldo migratorio netto è stato di 653mila unità: 478mila giovani di cui 133mila laureati, con le donne in misura maggiore rispetto agli uomini. A questi si accompagna una perdita di popolazione di 2 mila unità nella fascia di 0-4 anni in conseguenza al flusso di bambini che si trasferiscono con i genitori.

È un campione sociale diverso da quello delle precedenti migrazioni viste negli ultimi sessant’anni e il rischio che ne consegue è inquietante: mentre prima anche chi rimaneva al Sud continuava comunque a fare figli, oggi il tasso di natalità è molto più basso. In pratica, c’è molta più gente che muore di quanta decida di mettere al mondo nuovi esseri umani.

Le ragioni di questa migrazione sono tutte nelle statistiche Eurostat del 2017 che danno un’idea più palpabile di questa situazione: la Calabria ha un tasso di disoccupazione giovanile del 55,6% (peraltro leggermente in ribasso rispetto ai 5 anni precedenti), mentre – per capirci meglio – il Nord Est ha un tasso del 20,6%.

Le cavallette magari non arriveranno, ma i paesi fantasma sì, ed il regionalismo differenziato voluto fortemente dalla Lega accelererà questo processo.

Sulle cause per le quali manca il lavoro al Sud e, nella nostra regione, in particolare, non vi è alcun dubbio: questo è forse il decimo articolo che propongo negli ultimi 5 anni in cui affermo che non c’è nessuno studio economico che non indichi nella carenza infrastrutturale le ragioni più profonde ed esclusive della mancanza di lavoro in Calabria.

Così avviene che nella nostra regione i giovani (e non solo), vanno via. La popolazione è in costante diminuzione e, quindi, non esistono le ragioni per cui dovrebbero aprire nuovi ospedali, investire in nuove strade ed autostrade, creare nuove linee ferroviarie, ecc. ecc. In pratica se non c’è la gente, perché va via, non ci sono i numeri per fare niente perché i costi superano i benefici.

In questo quadro drammatico e complesso un Governo lungimirante avrebbe deciso di realizzare 28 “Grandi Opere” di cui 27 al Sud e solo una al Nord. Mentre la storia recente ci dimostra purtroppo che l’attuale Governo Lega – M5S, il tanto decantato “Governo dell’onestà” o se preferite “del cambiamento”, è riuscito a compiere una enormità mai commessa prima: 27 “Grandi Opere” saranno – si dice… – “sbloccate” al Nord e solo una al Sud (il Megalotto 3), di cui ancora oggi non si sa quando…

Eppure, si tratta di un’Opera – lo ripeterò fino alla noia – già finanziata con 1.335 milioni di euro (di cui 2/3 resteranno sul territorio in cui verrà realizzata…), e già approvata con un iter procedurale lungo e complesso ma ormai – dopo 20 anni – definitivamente completato.

È successo in questi giorni – proprio a seguito del mio confronto duro, corretto ed appassionato con l’On. Romeo della Lega in diretta su “Agorà Estate” su Rai3 – che in molti mi hanno chiesto come sia possibile tutto questo…? Come sia possibile che il Governo Lega e M5S siano così ciechi rispetto ai problemi veri del Sud e della Calabria? Come sia possibile che non capiscano che questa volta non è colpa di chi c’era prima perché questo piano di investimenti in infrastrutture porta solo la firma della Lega e del M5S?

Le risposte sono due. La Lega ha sempre esercitato una grande abilità: quella di sottrarre i fondi delle infrastrutture del Sud per portarli al Nord. Riuscì a sottrarre 7 miliardi alla S.S.106 per pagare le quote latte del Nord e per finanziare con l’allora Ministro Giulio Tremonti l’abolizione dell’ICI. Oggi in Calabria per le prossime elezioni regionali in Calabria punta tutto su Pietro Molinaro, ex presidente della Coldiretti Calabria ed organizzatore della manifestazione dei 30 trattori contati che a maggio del 2018 hanno contestato la realizzazione dell’ammodernamento della S.S.106 da Sibari a Roseto Capo Spulico…

Il M5S ha puntato, invece, sulla scelta di uomini e donne dal profilo umano e personale ineccepibile ma dalla statura politica e culturale che punta decisamente al di sotto della mediocrità. Uomini e donne che oggi purtroppo rappresentano tutti noi in parlamento e che sono convinti che i problemi, anche quelli più complessi, si risolvono con un comunicato stampa, un post su Facebook o con un selfie con il Ministro… L’esempio più evidente ci viene fornito dall’on. Rosa Silvana Abate, senatrice della Repubblica Italiana.

Nei giorni scorsi ha affermato di aver partecipato ad incontri in cui ha appreso che verrà realizzata una o più fantomatiche ipotesi di tracciato di nuova S.S.106 a 4 corsie che consentiranno con 150 milioni di euro di ammodernare ben 23 chilometri di “strada della morte” sarebbe opportuno che qualcuno aiutasse l’onorevole senatrice a comprendere quanto sia enorme l’assurdità che afferma.

In Calabria su 415 chilometri la S.S.106 è già ammodernata per 50 chilometri circa (VAR-A e VAR-B). Ne restano quindi da ammodernare 365. Se con 150 milioni di euro posso ammodernare 23 chilometri di 106 allora per ammodernarla tutta in Calabria occorrono – secondo una facile proporzione – 2.3 miliardi di euro. Sarebbe bello. Purtroppo il Ministero delle Infrastrutture – già nel 2005 – ha stabilito che per ammodernare la S.S.106 in Calabria occorrono dai 14 ai 16 miliardi di euro.

Cosa dire poi di Toninelli, quando da parlamentare di minoranza gridava dai banchi dell’opposizione al Governo: “Vi siete dimenticati che, oltre lo steccato dalla vostra avidità e della vostra disonestà, c’è tutto il resto dell’Italia, quell’Italia che ancora si indigna e che ha voglia di cambiare.”?

A Toninelli, ma anche ad altri suoi colleghi del M5S, accorerebbe ricordare ciò che diceva Publilio Siro: “L’onore decora la persona onesta e mette in evidenza il disonesto”. A tutti noi, invece, serve ricordare un’altra affermazione di Publilio Siro: “Un animo onesto non si adegua a chi sbaglia.”
Per chi è cattolico e credente, in Calabria non c’è altro da fare se non sperare…. che Dio ci aiuti….


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