Misure antimafia estese a tutta la filiera degli esecutori e fornitori anche negli appalti pubblici di lavori, concessioni, forniture e servizi sottosoglia; monitoraggio capillare di tutte le fasi delle gara attraverso un sistema informativo avanzato. Misure specifiche a tutela dei rapporti di lavoro e per il controllo dei flussi finanziari legati agli appalti pubblici.

E’ il pacchetto di regole condivise adottate dalla prefettura di Reggio Calabria e dal Grande Ospedale Metropolitano della città con la firma, venerdì scorso in prefettura, di un nuovo protocollo di legalità per la prevenzione della corruzione e dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata.

L’accordo recepisce, spiega la prefettura, le indicazioni delle Linee guida del Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Infrastrutture e degli Insediamenti Prioritari (Ccasiip, l’ex Ccasgo) e prevede l’inserimento nei contratti di clausole che impegnano le imprese affidatarie a denunciare ogni tentativo di corruzione e di interferenza illecita. Le imprese dovrebbero anche accettare l’obbligo di informare la prefettura sui subcontratti della filiera, interrompendo ogni rapporto contrattuale con le aziende subappaltanti che risultassero colpite da interdittive antimafia.

«Ho proposto anche alla direzione generale del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria di munirsi di norme interne, in sinergia con la prefettura, volte a conseguire analoghi obiettivi di trasparenza e legalità» ha detto il prefetto Michele di Bari, che ha firmato il protocollo insieme al direttore generale Francesco Benedetto.

Sono in corso le istruttorie per la stipula di protocolli di legalità con altri enti, ha annunciato di Bari, indicando l’obiettivo: dotare le amministrazioni locali di un quadro complessivo e omogeneo di misure di prevenzione contro corruzione e tentativi di pressione da parte della ‘ndrangheta nel settore delicato degli appalti.