Case di riposo da ristrutturare, poli scolastici e teatri comunali da costruire ex novo, palazzi storici da recuperare e strade e porti da mettere in sicurezza. L’elenco delle 379 opere pubbliche che risultavano essere incompiute al 31 dicembre 2021 è lungo e variegato. Ciò che accomuna molte di loro è però la loro collocazione geografica. Stando a quanto emerso da una elaborazione di Centro Studi Enti Locali basata sui dati trasmessi dalle Regioni al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims, nel 73% dei casi, le opere incomplete di competenza di regioni e comuni sono localizzate al sud e nelle isole. E’ quanto emerge da un dossier del Centro Studi Enti Locali (Csel) realizzato per l’Adnkronos.
Per completare questi 264 progetti occorrono oltre 700 milioni di euro, un importo che supera di quasi 9 volte quello necessario per portare a termine le 41 opere incompiute (11% del totale delle opere appannaggio degli enti territoriali) localizzate nel Nord Italia, per le quali mancano all’appello poco meno di 80 milioni di euro. Le quattro regioni del Centro, con 59 opere (16%) si pongono a metà strada per numero ma sono quelle che necessitano di minori finanziamenti per il completamento: 46.087.625, di cui poco meno della metà riconducibili al Lazio.
Ampie le differenze all’interno di ognuna di queste zone geografiche. A Nord si passa dal Trentino, unica regione italiana a non avere neanche un’opera censita come incompiuta al 31 dicembre 2021 nell’apposita anagrafe, alla Lombardia che ha invece in sospeso 19 opere i cui oneri per l’ultimazione dei lavori ammontano a oltre 59 milioni, oltre il 70% rispetto al totale delle regioni settentrionali. Al Sud la parte del leone la fa la Sicilia che conta ben 138 opere incompiute, pari al 52% di quelle del meridione e al 38% di quelle di tutti gli enti territoriali italiani. Per completarle tutte, occorrerebbero oltre 284 milioni.
Ma quali sono le opere che popolano l’anagrafe delle opere incompiute 2021? In Abruzzo, l’elenco comprende cinque voci, tra cui la realizzazione di un polo scolastico nel comune di Casoli, i lavori di consolidamento e risanamento idrogeologico a Scafa e la ristrutturazione di una casa di riposo di proprietà del Comune di Pescara. In Basilicata l’opera più onerosa rimasta al palo, tra le undici totali, è la ristrutturazione e l’adeguamento funzionale e impiantistico del presidio ospedaliero di Villa d’Agri, i cui lavori sono stati eseguiti per il 54%. Fermati ancora prima di partire invece i lavori per la ristrutturazione del Parco Giada a Lagonegro, la sistemazione dell’attraversamento sul torrente Roccolo e il completamento del comprensorio irriguo del basso malfese.
Quanto alla Calabria, nell’elenco ci sono: i lavori per il completamento di un teatro nel comune di Siderno, fermi per mancanza di fondi al 38% dell’avanzamento; la realizzazione di Viale dello Sport a Castrovillari, la realizzazione del sistema di collettamento fognario e di un nuovo depuratore a Torre di Ruggiero e i lavori di adeguamento della strada panoramica di Rosarno. Un intervento che, stando all’ultimo quadro economico vale 30 milioni di euro ed è fermo per problemi legati all’impresa appaltatrice.
Le cinque opere campane incomplete sono quasi tutte di modesta entità. La più importante, la costruzione del teatro comunale a Castel San Giorgio, si è arenata per mancanza di fondi. L’importo degli oneri per ultimare i lavori è di 1,9 milioni e l’intervento – stando all’ultimo quadro economico – vale 2.325.000 euro. Gli altri lavori in stallo riguardano reti fognarie, copertura dello spogliatoio di una piscina ad Altavilla irpina e la riqualificazione del centro abitato di Laviano.
Rientrano nel novero dell’anagrafe delle sei opere incompiute dell’Emilia Romagna, la costruzione di un nuovo edificio per magazzino economale e farmaci e la realizzazione di case della salute nell’area di competenza dell’Usl di Piacenza e l’ampliamento di alcune aule della scuola media Anna Frank nel comune di Castelvetro di Modena. Il Friuli Venezia Giulia ha solo due opere incompiute: la ristrutturazione delle scuole elementari Marconi del comune di Arba e dell’ex cinema di Mortegliano.
Quanto al Lazio, si contano 26 opere incompiute tra cui: il recupero funzionale del Palazzo baronale Patrizi Orsini-Naro-VII Stralcio nel comune di Mompeo, il risanamento delle Facciate dei Fabbricati del Centro Storico di Ventotene e la costruzione di una piscina a Castro del Volsci e di un depuratore a Palombara Sabina. Realizzazione di un parcheggio interrato a Noli e costruzione di 24 alloggi di edilizia residenziale pubblica a S. Stefano al mare sono invece l’oggetto delle due opere incompiute liguri. Nel primo caso i lavori sono stati realizzati per il 57%, nel secondo sono fermi a quota 12%.
L’elenco della Lombardia conta 19 diversi interventi e comprende opere stradali nel comasco, strutture di protezione all’alaggio imbarcazioni a Campione, la costruzione di un nuovo palazzetto dello sport a Cantù e di una palestra per la scuola Kennedy di Varedo. Al palo a Suzzaro l’edificazione di una palazzina pensata per attività destinate a giovani ed anziani e a Besana in Brianza, la ristrutturazione dell’ex materna che avrebbe dovuto lasciare il posto a una sala civica. Nell’anagrafe delle opere incompiute delle Marche ci sono 12 voci. I lavori che si sono arenati avrebbero dovuto portare alla realizzazione, tra gli altri, di un nuovo pensionato ad Ancona, un bocciodromo a Montelupone e il risanamento di parte del centro storico di Urbino.
Le undici opere sospese molisane ne fanno, come anticipato, la regione in cui il volume degli oneri necessari per il completamento dei lavori è più alto in proporzione alla popolazione. Tra le opere più onerose segnaliamo i lavori sulla strada provinciale 59 Fresilia (completamento da Civitanova del Sannio a Sprondasino), fermi prima di iniziare per carenza di fondi: costo stimato 40 milioni di euro e quelli programmati all’Ospedale ex Asl n. 1 Alto Molise di Agnone (50 milioni, di cui 42 mancanti). Quanto al Piemonte, sono solo tre le opere interessate: la costruzione di una residenza socio-assistenziale flessibile e centro diurno integrato nel comune di Roasio, i lavori all’ex laboratorio di sanità pubblica dell’Asl di Biella e dei lavori stradali di competenza della città metropolitana di Torino.
Tra le 27 voci inserite nell’anagrafe delle opere incompiute pugliesi si segnalano, la costruzione di alloggi per accogliere immigrati a San Nicandro Garganico, l’edificazione di una scuola materna a Tricase, un progetto di ampliamento e completamento dello stadio comunale di Ceglie Massapica, i lavori di sistemazione idraulica del torrente Scarafone e la realizzazione di una nuova unità di terapia intensiva cardiologica a Ostuni. La Sardegna è l’unica regione che alla data del 9 luglio 2022, non aveva ancora pubblicato l’elenco aggiornato nell’apposita sezione del proprio sito istituzionale. Pertanto, si conoscono soltanto i numeri aggregati che parlano di 47 opere che per essere completate necessitano di finanziamenti per poco meno di 124 milioni di euro.
La Sicilia, regione che ha il numero più in alto in assoluto di opere incompiute, aveva al 31 dicembre 2021 un totale di 138 interventi sospesi, in alcuni casi anche già interamente finanziati. Il lungo elenco comprende impianti di depurazione, fognature, ristrutturazione del palazzo municipale di Marianopoli, costruzione e completamento di strade, scuole, campi sportivi e centri sociali. Si segnalano, ancora, progetti per l’ampliamento di cimiteri e la riqualificazione del centro storico di Campofelice di Fitalia, nel palermitano. Circa un decimo rispetto alla Sicilia il volume degli interventi pendenti in Toscana, ferma a quota 13. Tra questi: la costruzione di 33 alloggi di edilizia residenziale pubblica nel pisano, la ristrutturazione per il miglioramento sismico di un istituto tecnico di Lucca e la costruzione di una palestra polivalente sull’isola del Giglio.
Tra le otto opere pubbliche in stallo in Umbria, ci sono i lavori di riparazione e miglioramento sismico di alcuni immobili di proprietà regionale ad Assisi, la realizzazione della nuova scuola dell’infanzia di Montecastrilli e la costruzione di una passerella pedonale sul Torrente Tessino. I lavori di ampliamento dell’area museale “Maison Caravex” nel Comune di Gignod sono l’unica opera ricompresa nell’anagrafe delle opere incompiute della Valle d’Aosta.
Chiudono il cerchio le otto opere dell’elenco della regione Veneto che comprendono i lavori alla scuola media di Perarolo, nel comune di Vigonza, il rifacimento dell’impianto di illuminazione pubblica a Lamon e la demolizione di un opificio industriale e realizzazione di edifici residenziali-commerciali a Breda di Piave.
Se si prende come riferimento il parametro della popolazione residente è sulle spalle dei molisani che grava l’ammontare più ingente. Gli oneri per l’ultimazione delle 11 opere incompiute di questa regione, si traducono infatti in ben 416 euro pro-capite, una cifra enorme se comparata al resto del Paese.
Seguono la Sardegna con 78, la Sicilia con 59, la Calabria con 55, la Basilicata con 51, la Valle d’Aosta con 25, le Marche con 13, la Puglia con 8, la Lombardia con 6, Lazio, Liguria e Abruzzo con 4 euro a testa e l’Umbria con 3. Chiudono il cerchio Campania, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Veneto con 1 euro ad abitante, il Piemonte con 0,5, l’Emilia Romagna con 0,3 e il Trentino Alto Adige che, non avendo alcuna opera sospesa, non ha somme pendenti necessarie per completarle.
Le opere inserite nell’elenco in questione, rileva il Csel, non sono semplicemente ‘in corso’. Si tratta di lavori il cui termine contrattualmente previsto per l’ultimazione è già passato e che finiti al palo per problemi di non facile o immediata risoluzione, quali: mancanza di fondi, cause tecniche, sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell’impresa appaltatrice, risoluzione o recesso dal contratto e mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante, dell’ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore.
Il numero delle opere incompiute si è ridotto significativamente negli ultimi anni. Al 31 dicembre 2021 c’erano 379 opere pubbliche che risultavano essere incompiute. Solo 5 anni fa lo stesso elenco, gestito dal Mims, contava 752 opere. Dal 2017 queste si sono quindi globalmente dimezzate.
A titolo esemplificativo, in Abruzzo si è passati da 43 a 5 opere (-88%), in Piemonte da 18 a 3 (-83%), in Puglia da 87 a 27 (-69%). Unica regione in controtendenza è la Calabria che aveva 17 opere incompiute 5 anni fa e ne conta 20 adesso, segnando quindi una variazione positiva del 19%.