“La situazione è sempre più tragica rispetto alla settimana scorsa. Sono poste le 3 condizioni necessarie per il lancio dell’arma nucleare” da parte della Russia nella guerra contro l’Ucraina, “le condizioni necessarie ancorché insufficienti”. Sono le parole del professor Alessandro Orsini a Cartabiabca.
“La prima condizione di base è militare, con il trasferimento delle testate nucleari tattiche al confine dell’Ucraina e pare che il trasloco sia stato effettuato. La seconda condizione è giuridica: Putin deve creare un quadro per giustificare l’uso dell’arma nucleare”, dice il docente di sociologia del terrorismo internazionale. “La dottrina russa prevede che l’arma possa essere utilizzata per difendere il territorio nazionale, con il referendum farsesco la Russia ha annesso 4 regioni ucraine e ha creato un quadro normativo per giustificare un’offensiva nucleare. La terza condizione è di psicologia di massa, Putin deve creare un consenso emozionale attorno all’uso dell’arma nucleare”, aggiunge.
“L’attentato terroristico contro la figlia di Dugin deciso da Zelensky e l’attentato contro il ponte in Crimea, anche in questo caso ha le caratteristiche di un attentato terroristico, hanno fatto un favore a Putin: aumentano le persone che chiedono a Putin di usare l’arma nucleare. L’Occidente conduce una politica che esaspera il sentimento nazionalistico tra i russi. La Russia sta combattendo con entrambe le mani legate dietro la schiena, contro i 30 paesi della Nato e contro l’Ucraina. In Italia diffondiamo la narrazione che la Russia sia un paese di morti di sonno e che i soldati di Mosca non si reggono in pieni perché abbiamo bisogno di creare consenso attorno alle politiche della Nato”, afferma ancora.