Finisce agli arresti domiciliari lo chef palermitano Mario Di Ferro. Il gip di Palermo, Antonella Consiglio, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del ristoratore, gestore del ristorante Villa Zito, e di altre cinque persone. Sono accusati a vario titolo di diversi episodi di cessione di droga a clienti della Palermo bene. Tra questi ci sarebbe anche l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, che non risulta comunque indagato. Di Ferro era finito nei guai già ad aprile scorso: sorpreso a vendere cocaina a un ex burocrate dell’Ars all’epoca nella segreteria tecnica del presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, che dispose l’immediato licenziamento. A maggio il Tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta dell’avvocato dello chef, aveva revocato l’obbligo di dimora a Palermo, mantenendo quello di presentazione alla polizia giudiziaria. Adesso per lui sono scattati i domiciliari. Finiscono in carcere, invece, i due spacciatori che rifornivano il gestore di Villa Zito, obbligo di firma, infine, per tre dipendenti del ristoratore.
“Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con lampeggiante acceso. È un errore che ho fatto nella vita di cui sono pentito. Considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, ed io lo sono”. A dirlo è Gianfranco Miccichè, dopo l’indagine.