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17 dicembre 2017

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Pane e olio, la merenda che fa bene


Riscoprire pane e olio per valorizzare due «tesori» della nostra cultura gastronomica, messi in difficoltà dall’ossessione per la dieta e dati per scontati nell’uso quotidiano.

E’ per rilanciare questa tradizionale merenda all’italiana che Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha organizzato il mese scorso a Roma il convegno Pane e olio, la merenda che fa bene.

«Oggi celebriamo un matrimonio che, a nostro avviso, s’ha da fare: quello tra pane e olio», ha esordito Palmino Poli, presidente di Aibi, che rappresenta i semilavorati del pane e della pasticceria all’interno di Assitol. E’ una coppia vincente che unisce gusto e salute: proprio quello che ci chiedono i consumatori di oggi, senza sapere che la soluzione è a portata di mano».

Il pane, infatti, è molto cambiato. Come affermano i dati dell’indagine effettuata da Cerved per conto di Aibi sul mercato della panificazione, i consumatori scelgono soprattutto pane a base di materie prime selezionate e con un valore aggiunto di tipo salutistico.

Avanzano così i pani multicereali, con le vitamine, con fibre, a ridotto contenuto di sodio, con farine poco trattate, con quinoa, amaranto o a km 0. Negli ultimi cinque anni, questa tipologia di prodotto ha registrato un aumento del 5%. In particolare, la tendenza salutista rappresenta l’attività principale di circa un terzo dei panificatori italiani.

Tuttavia, il pane artigianale è ancora il prodotto preferito dal consumatore nazionale, con l’85,9% del mercato, pari a 1.638 mila tonnellate consumate nel 2016. L’Italia, in questo, è una felice eccezione.

Mentre nel resto d’Europa, il pane bianco fresco rappresenta il 47% del mercato, nel nostro Paese la quasi totalità dei consumatori il pane lo vuole comprare tutti i giorni – o quasi – dal fornaio. In media, ogni italiano ne mangia 85-90 grammi al giorno. Rispetto a vent’anni fa, se ne mangia di meno, ma si sperimenta di più.

«Questo perché», ha sottolineato Poli «gli italiani sono attenti all’alimentazione sana ma, al tempo stesso, si mostrano curiosi, sempre alla ricerca di nuovi tipi di pane. Inoltre guardano con interesse all’origine dei prodotti. Spesso non sono giovanissimi, quindi cercano il benessere anche quando mangia».

In Italia, del resto, si contano circa 200 tipi di pane, con 1500 varianti.

Al fianco dei tanti pani italiani, ci sono numerose tipologie di olio extravergine, differenziate per gusto e provenienza.

In Italia il consumo interno è di circa 600 mila tonnellate l’anno, mentre le nostre esportazioni richiedono 400 mila tonnellate di olio. Eppure, Angelo Cremonini, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol, definisce l’extravergine «il grande incompreso».

Il motivo? «Ancor oggi», ha affermato Cremonini «il nostro extra viene trattato alla stregua di un semplice condimento. Ma è molto di più: un alimento a tutto tondo, che dà personalità ad ogni piatto».

Grazie al saper fare dei grandi marchi italiani, il fatturato diretto del settore ammonta a 2,5 miliardi di euro, mentre l’indotto ne genera 700 milioni. Tutto questo a vantaggio della bilancia commerciale italiana, che ricava dal comparto qualcosa come 114 milioni di euro. Gli occupati, diretti e indiretti, si attestano sulle 12 mila unità.

Anche in questo settore, si è assistito ad un calo dei consumi: negli ultimi venti anni siamo passati, secondo i dati Coi, il Consiglio oleicolo internazionale, da 13 kg l’anno di consumo pro-capite, a 10,5 kg. E, nonostante il successo del nostro export, l’olio d’oliva rappresenta appena il 4% dei consumi di grassi da condimento.

«Per rilanciare l’olio», ha concluso Cremonini «abbiamo pensato ad un partner a nostro avviso altrettanto speciale: il pane. Questi due capisaldi della dieta mediterranea, coniugati in una merenda per tutte le ore e tutte le tasche, rappresentano un abbinamento gastronomico straordinario, anche grazie alla possibilità di spaziare tra gusti diversi, sia per il pane sia per l’olio».

A promuovere la merenda all’italiana è anche l’Istituto Superiore di Sanità. Marco Silano, direttore dell’Unità operativa alimentazione, nutrizione e salute dell’ISS, ha illustrato i benefici dei due alimenti considerati singolarmente ed il loro contributo nutrizionale quando coniugati insieme.

«E’ dimostrato», ha spiegato Silano «dalle evidenze scientifiche che i due alimenti si migliorano a vicenda dal punto di vista nutrizionale. L’olio si accompagna benissimo al pane, riducendone l’indice glicemico e, in una dieta varia ed equilibrata, può rappresentare un’ottima merenda per i bambini».

Per gli adulti, addirittura, si può pensare ad un piatto unico. «Se di sera si torna stanchi o si ha poco tempo, mettendo insieme pane, olio e qualche altro ingrediente, ad esempio gli omega3 del pesce azzurro ed i micro-nutrienti del pomodoro, si ottiene un pasto davvero sano e completo dal punto di vista nutrizionale».

La filosofia dell’iniziativa è quella di fare sistema, non soltanto tra pane e olio, all’interno di Assitol, ma con tutto il mondo del pane, coinvolgendo così entrambe le filiere.

Per Roberto Capello, presidente della Federazione italiana panificatori, finalmente si ridà merito e spazio al ruolo degli artigiani.

«Anche i panificatori non sono più quelli di una volta, ma nel senso migliore del termine. Hanno dimostrato, negli ultimi anni, di saper unire l’artigianalità del nostro mestiere ad una maggiore attenzione alla salute, che si è espressa con la riduzione del sale nei nostri prodotti e al miglioramento nutrizionale del pane. Ma soprattutto, abbiamo puntato sulla versatilità, cercando di venire incontro ad un consumatore sempre alla ricerca di gusti nuovi e, al tempo stesso, di alimenti sani».


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