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3 novembre 2018

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Pax Christi Lamezia Terme: «La Grande Menzogna, un libro come resistenza alla retorica della Prima guerra mondiale»


«Ma oggi, nel triste anniversario dello scoppio del tremendo conflitto, più caldo esce dal Nostro cuore il voto che cessi presto la guerra, più alto il paterno grido di pace. Possa questo grido, vincendo il pauroso fragore delle armi, giungere sino ai popoli ora in guerra ed ai loro Capi, inclinando gli uni e gli altri a più miti e sereni consigli!».

Le parole di papa Benedetto XVI pronunciate il 28 luglio 1915, nel primo anniversario dello scoppio della grande guerra, non vennero ascoltate dai governi in lotta. Le battaglie e le devastazioni continuarono ancora più di tre anni, lasciando, dopo la cessazione del conflitto, un’Europa devastata e milioni di morti, feriti, dispersi.

È ormai prossima la data del 4 Novembre, in cui in tutta Italia verrà commemorata la fine della Prima Guerra Mondiale, in altri Paesi lo si farà l’11 Novembre, data in cui la Germania firmò la resa. Termineranno quindi quattro anni di eventi e celebrazioni in cui si è riflettuto su vari aspetti della guerra spesso con toni troppo enfatici e trionfalistici, generati all’indomani della fine del conflitto, enfatizzati dal regime fascista e, a quanto pare, non ancora cancellati.

Il Punto Pace di Pax Christi di Lamezia Terme ha pensato di porre un segno di resistenza alla retorica della vittoria e dell’eroismo dei nostri soldati, che si fa insistente con l’avvicinarsi dell’anniversario dell’armistizio, invitando il professore Luca Kocci che, insieme ai docenti Valerio Gigante e Sergio Tanzarella, ha scritto il volume La Grande Menzogna, il cui sottotitolo recita: Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla Prima Guerra Mondiale.

Il libro, che di recente è stato rieditato con una nuova introduzione e con l’aggiunta di nuovi paragrafi, è stato presentato sabato 27 ottobre presso una delle sale del Chiostro Caffè Letterario, grazie alla collaborazione del Sistema Bibliotecario Lametino diretto da Giacinto Gaetano.

Nell’introdurre l’evento, il consigliere nazionale di Pax Christi Nino Campisi ha sottolineato come nel corso di questo secolo trascorso troppo poco spazio abbiano avuto le voci critiche, la controinformazione circa la guerra del ’14-’18. L’auspicio del Punto Pace è che questa ricorrenza non diventi occasione di retorica, nella più assoluto mancanza di rispetto per le centinanti di migliaia di vittime mandate al macello.

Inoltre, prosegue Campisi, la retorica del 4 novembre non deve essere utilizzata per giustificare le guerre di oggi, chiamate missioni di pace, oppure per giustificare assurde spese militari. Le Forze Armate non sono un’associazione caritativa come vengono presentate in questi giorni in uno spot del Ministero della Difesa, e tutti i Cristiani dovrebbero chiedersi se tante scelte di riarmo e di frontiere blindate siano compatibili con i dettami del Vangelo.

Ancora profetiche ci sembrano le parole di Don Tonino Bello: «È durante il tempo dell’alluvione che dobbiamo mettere in salvo le sementi».

Ad introdurre l’intervento di Luca Kocci è stato invitato il professore Giovanni Martello, dirigente del Liceo Tommaso Campanella, che ha definito il libro un testo a 360 gradi, perché riporta fatti, numeri e vicende inequivocabili circa l’assurdità del conflitto. Il Professore Martello ha spiegato al numeroso pubblico come la Grande Guerra sia stata scientemente preparata dai governi e dai grandi gruppi industriali in un’ottica imperialista che vedeva contrapposte le maggiori potenze mondiali.

Ha spiegato come la guerra abbia poi spianato la strada all’ascesa del fascismo e del nazismo e ha lodato il testo di Kocci, Gigante e Tanzarella per l’interessante supporto bibliografico in cui si possono trovare citati alcuni testi illuminanti come “Plotone d’esecuzione”, degli storici Monticone e Forcella, che nel 1968 provocò un’enorme cesura demolendo il mito della guerra patriottica e dell’eroismo dei soldati al fronte.

Durante il suo intervento Luca Kocci ha passato in rassegna i vari capitoli del libro che, come tasselli di un grande mosaico, ricompongono l’insieme delle atrocità e aberrazioni commesse durante la guerra: il ruolo degli intellettuali interventisti, il ruolo delle grandi industrie e dei giornali, i tribunali speciali e le decimazioni volute da Cadorna anche per futili motivi, la predica militarista di una parte del clero, il culto costruito intorno alle lapidi e ai sacrari durante il ventennio fascista.

Il docente romano ha anche mostrato alcune foto presenti nel volume che dimostrano in modo inequivocabile le atrocità della Prima Guerra Mondiale a lungo nascoste dall’enfasi della vittoria e ha raccontato alcuni aneddoti quasi comici sulla preparazione al conflitto a dir poco cialtronesca da parte del governo italiano.

Prezioso è stato il contributo al dibattito da parte del pubblico presente e soprattutto degli alunni e delle alunne del Liceo Campanella che, nelle scorse settimane, hanno analizzato il testo insieme ai loro docenti di Storia. Luca Kocci ha risposto alle domande che vertevano su aspetti poco conosciuti della Grande Guerra come l’aberrante utilizzo di migliaia di prostitute nelle retrovie del fronte, segregate in strutture gestite direttamente dal comando militare; come il dramma dei prigionieri di guerra lasciati morire di fame nei campi di prigionia austriaci dal governo italiano che li considerava vigliacchi disertori; o come la sorte dei cosiddetti “scemi di guerra”, i soldati che rimasero profondamente scioccati dalla guerra e che furono internati per anni nei manicomi in condizioni inumane.

Da qualsiasi punto la si voglia guardare, la Prima Guerra Mondiale, che l’enfasi nazionalista degli anni a seguire definì una quarta guerra d’Indipendenza, non fu altro che un’inutile strage, come la definì Papa Benedetto XV, che produsse morti, feriti, mutilati, disabili mentali, vedove e orfani. A vincere furono soprattutto i grandi gruppi industriali che si arricchirono con le rimesse di guerra e le banche che avanzarono crediti nei confronti dello Stato Italiano fino agli anni ’80, quando l’Italia era già una Repubblica da quarant’anni.

Il Punto Pace di Lamezia Terme, come tutti i punti pace di Pax Christi provano nel loro piccolo a mettere in salvo le sementi per piantare in qualsiasi momento alberi di pace in tutto il mondo.
Giuseppe Villella
Punto pace Pax Christi Lamezia Terme


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