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16 dicembre 2017

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Pendolaria 2017. Tra le dieci linee peggiori d’Italia c’è la Reggio Calabria-Taranto


La Roma-Lido, la Circumvesuviana, la Reggio Calabria-Taranto, la Verona-Rovigo, la Brescia-Casalmaggiore-Parma, l’Agrigento-Palermo, la Settimo Torinese-Pont Canavese, la Campobasso-Roma, la Genova-Savona-Ventimiglia, la Bari-Corato-Barletta.

Sono le dieci linee ferroviarie peggiori d’Italia nel 2017 per i pendolari, secondo l’analisi di Legambiente che nei giorni scorsi ha presentato un dossier e lanciato la sua campagna Pendolaria 2017.

Una mobilitazione a fianco di chi ogni giorno prende il treno per andare a lavorare, a scuola o all’università – circa tre milioni di persone al giorno – con l’obiettivo di far capire quanto sia importante e urgente migliorare il trasporto pubblico su ferro in Italia.

L’Italia ha bisogno di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in treno e, nelle principali città, di chi si sposta in metro e in tram, se vuole migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2 come previsto dall’Accordo di Parigi.

Ma l’entrata in vigore dell’orario ferroviario invernale vede ancora una volta aumentare l’offerta di treni ad alta velocità e invece poche novità sul resto della rete. Basti dire che 7 anni fa, prima dei tagli, circolava il 6,5% di treni regionali in più e il 20% di treni Intercity.

Il nuovo orario invernale fotografa al contrario un boom di collegamenti veloci, come per esempio le 50 corse al giorno di Frecciarossa e le 25 di Italo da Roma a Milano, per un aumento dell’offerta del 78,5% dei treni in circolazione in 7 anni, con un treno ogni 10 minuti negli orari di punta.

Eppure i viaggiatori che beneficiano dei servizi ad alta velocità sono 170.000 contro i tre milioni circa di pendolari che si spostano ogni giorno sulle linee ordinarie dove la situazione non vede miglioramenti.

«Il problema del trasporto ferroviario in Italia è che manca una strategia di potenziamento complessivo, al di fuori dell’Alta Velocità» commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente «che permetta di migliorare l’offerta a partire dalle grandi città e dalle situazioni più difficili sulle linee secondarie, in particolare del Sud.

«Chiediamo al governo Gentiloni di individuare subito risorse nella legge di Stabilità in corso di approvazione per rilanciare la cura del ferro che serve al Paese nelle città. Inoltre, si deve intervenire con urgenza nelle situazioni più gravi e insopportabili, come quella che vivono ogni giorno centinaia di migliaia di pendolari, in particolare a Roma e a Napoli, dove il numero dei passeggeri su treno è diminuito del 30% in questi anni».

Legambiente mette in particolare in evidenza l’inadeguatezza delle risorse a disposizione per il servizio ferroviario regionale, diminuite del 29,5% rispetto al 2009.

«Malgrado il cambiamento positivo portato dal ministro Delrio, con risultati che si vedono negli stanziamenti per l’acquisto di nuovi treni per i pendolari e in questa Legge di Bilancio con la detrazione introdotta per gli abbonamenti, abbiamo bisogno che il tema dei pendolari diventi una priorità di Governo, e che lo sia per molti anni, se vogliamo cambiare questa situazione».

La classifica delle dieci tratte peggiori accomuna linee all’interno delle grandi città e linee ferroviarie «secondarie» che nel tempo hanno visto un progressivo e costante peggioramento e sono oggi il triste emblema della scarsa qualità del servizio.

È stata fatta mettendo insieme le proteste degli utenti per i ritardi e i tagli e situazioni oggettive come la tipologia dei treni sia per capienza sia per età, la carenza di orari adatti per l’utenza pendolare, la frequenza dei convogli, la condizione delle stazioni.
(Fonte: Legambiente)


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