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23 agosto 2017

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Pensioni. Furlan (Cisl): «Il meccanismo sull’aspettativa di vita va rivisto. Inimmaginabile lavorare tutti fino a 70 anni»


«Non si tratta di contrapporre le ragioni degli anziani a quelle dei giovani. Rivedere l’automatismo che lega l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita è un’iniziativa che invece va proprio a favore dei giovani».

E’ quanto ha sottolineato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan in una intervista recentemente rilasciata al quotidiano la Repubblica.

«Le analisi che sono state proposte da Cesare Damiano e da Maurizio Sacconi danno proeizioni molto diverse rispetto a quelle dell’Inps. Inoltre la maggiore crescita del Pil, la flessibilità che il nostro governo deve pretendere dalla Ue e un po’ di più di sana lotta all’evasione potrebbero permetterci di trovare maggiori risorse», ha aggiunto la leader della Cisl.

«Non abbiamo chiesto la cancellazione del meccanismo sull’aspettativa di vita. Abbiamo chiesto invece di ripensarlo, anche perché l’aspettativa di vita non è uniforme, varia da lavoro a lavoro. Un meccanismo così draconiano andrebbe rivisitato anche in considerazione dei lavori usuranti. In prospettiva, lavorare fino a 70 anni per tutti è inimmaginabile. Credo che questa situazione vada analizzata meglio, e infatti c’è un tavolo aperto con il governo. Ci rivedremo tra fine agosto e i primi di settembre».

Per la Furlan «l’Ape sociale e l’Ape volontaria sono meccanismi di flessibilità per l’anticipo in uscita, ma intanto il meccanismo dell’aspettativa di vita va avanti come se nulla fosse. Credo che invece fermarsi e valutare sia importante, anche per dare prospettive ai giovani. Ed è inaccettabile che questa esigenza debba essere messa in contrapposizione agli incentivi per le assunzioni giovanili che il governo intende varare, invece mirano entrambi a dare al Paese la spinta per crescere».

La segretaria della Cisl ha precisato infine che «stiamo parlando non dei pensionati attuali, ma di quelli che in pensione ci dovranno andare, compresi i giovani, che con il meccanismo del contributivo avranno una pensione insostenibile.

«Il tema del calcolo della pensione futura, e della creazione di una pensione di garanzia, che copra i tanti momenti di precariato e di buchi contributivi che i lavoratori attuali si ritroveranno a fine carriera non interessa gli anziani, ma proprio i giovani. Il problema è che in questo Paese il tema dello scontro tra generazioni piace alla politica, mentre invece è la coesione tra generazioni che ha reso grande l’Italia».


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