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28 maggio 2023

Prima pagina

Pentecoste, una festa vissuta nei sette doni che lo Spirito Santo ci dà


di Giampiero Scarpino

Che cos’è la festa di Pentecoste? A Pentecoste si ricorda e si celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti insieme nel Cenacolo. La Chiesa la considera, insieme alla Pasqua, la festa più solenne di tutto il calendario cristiano. Gli Ebrei la chiamavano “festa della mietitura e dei primi frutti”; si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; È chiamata anche “festa delle Settimane”, perchè ricorre  a sette settimane dopo la Pasqua; nel greco “Pentecoste” significa 50° giorno. Il termine è citato in Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31-32. Lo scopo era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra, Poi  si aggiunse il ricordo del più grande dono fatto da Dio al popolo ebraico, cioè la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai. Secondo il rituale ebraico, la festa comportava il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e particolari sacrifici; ed era una delle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare a Gerusalemme.

Così recita il capitolo  2 degli Atti degli Apostoli. «Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua… Lo Spirito Santo  è la terza persona della Santissima Trinità ed è colui che assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità (è detto anche “Paraclito”, cioè “Consolatore”).

L’Antico Testamento, non contiene una vera e propria indicazione sullo Spirito Santo come persona divina. Lo “spirito di Dio”, vi appare come forza divina che produce la vita naturale cosmica, i doni profetici e gli altri carismi, la capacità morale di obbedire ai comandamenti. Nel Nuovo Testamento e nel Vangelo di San Giovanni, Gesù afferma di pregare il Padre perché mandi il Paraclito, che rimanga sempre con i suoi discepoli e li ammaestri nella verità (Giov. 14-16).Per San Paolo la dottrina dello Spirito Santo è congiunta con quella della divina redenzione ed è concesso a tutti i battezzati (1 Corinzi, 12, 13) Conferisce carismi e ministeri diversi ed apporta una molteplicità di doni. L’insegnamento tradizionale, seguendo un testo di Isaia, ne elenca sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Essi sono donati inizialmente con la grazia del Battesimo e confermati dal sacramento della Cresima.

Il Simbolo dello Spirito Santo nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù è sotto forma di colomba, e nella Trasfigurazione è come una nube luminosa.

Nel Nuovo Testamento, lo Spirito divino è esplicitamente indicato, come lingue di fuoco nella Pentecoste e come soffio nel Vangelo di Giovanni (20, 22); “Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo aver detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.

I cristiani chiamarono Pentecoste, il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua. Tertulliano, apologista cristiano (155-220), fu il primo a parlarne come di una festa particolare in onore dello Spirito Santo. Alla fine del IV secolo, la Pentecoste era una festa solenne, durante la quale era conferito il Battesimo a chi non aveva potuto riceverlo durante la veglia pasquale.

Ma in che occasioni si invoca lo Spirito Santo. Nel conferimento dei Sacramenti, in particolare nel Battesimo e nella Cresima e con liturgia solenne nell’Ordine Sacro; e più in generale in ogni cerimonia liturgica o occasione particolarmente importante, come ad esempio l’inizio del Conclave per eleggere il Papa, dove s’implora l’aiuto divino. La preghiera di invocazione è contenuta nel magnifico e suggestivo inno del Veni Creator, attribuito all’arcivescovo di Magonza Rabano Mauro e risalente al IX secolo. È un inno che unisce preghiera, meditazione e invocazione.

La “SEQUENZA” allo Spirito Santo: “Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina .Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna”. Ed ora le conclusioni.

Nella vita non puoi fare a meno dei sette doni dello Spirito Santo che oltre a farti diventare un uomo forte ti consentono di portare con te un bagaglio di sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Nel leggere questo articolo, dopo avere appreso tutta la storia, ti consiglio di soffermarti sulla sequenza e sui sette doni.

E’ la base del vivere bene ed è la base del saper essere un esempio, anche nell’insegnamento ed in particolare del catechismo. Non solo ciò che dico io ma anche ciò che piace al mio Dio. Oggi è festa grande, festa del mio rinnovamento ,da oggi può iniziare una vita nuova che tende al bene mio e degli altri. Oggi essere pieni di doni vuol dire essere empatici,vuol dire non piacersi a se stessi ma piacere agli altri ,perchè tu doni ,agisci ed operi per gli altri , nel sorriso che ti dona questa grazia . Concludo con una sottolineatura recente e che riguarda gli studi su Gioacchino da Fiore. Quest’uomo tornò dalla Terra Santa così cambiato che il Papa gli riconobbe il dono dell’intelligenza. Approfondì tanto lo Spirito Santo che seppe distinguere l’Era del Padre, Antico Testamento, l’Era del Figlio, Nuovo Testamento e l’Era dello Spirito Santo, l’Era di oggi , del capire e dell’abbracciare la santissima Trinità .La nuova era la fece iniziare con Francesco di Assisi e Domenico di Guzman ancora oggi grandi testimoni della Fede.

 


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