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17 novembre 2019

News Lamezia e lametino

Per Alessia Muraca, ad un anno dalla sua scomparsa


È passato un anno da quando non sei più qui tra noi, e sembra strano che proprio io possa a scrivere di te, Alessia, una ragazza di appena 18 anni, che, banale a dirsi, aveva tutta la vita davanti.
Non ero una tua amica, ma una ragazza un po’ più grande che ti conosceva di vista, strano però come a volte, notizie come queste ti distruggano anche se non si è a stretto contatto col diretto interessato.
Ricordo che in questi giorni un anno fa, il tuo nome era sulla bocca di tutti, tutti parlavano di questa ragazza colpita da un male orribile, poi ho visto la tua foto e mi sono sentita come se anche questa volta la vita avesse sconfitto l’essere umano, essere minuscolo in confronto all’immensità della Terra.

Ed è proprio vero, siamo proprio minuscoli rispetto a ciò che la vita ci mette davanti, alle sue grandi sfide e alle sue crude realtà.
Io ancora non ci credo, e ci penso spesso a quello che ti è capitato, penso al dolore di perdere una persona cara, che purtroppo ho vissuto sulla mia pelle pochi mesi prima che te ne andassi, penso al dolore dei tuo genitori, di tuo fratello, e a quello dei tuoi amici.
Nessuno ti ha dimenticata, non l’ho fatto io che ti conoscevo appena, figurati loro.
Grazie ai social ho potuto notare di quanto ci tenessero a te tutte queste persone che ho appena citato, ho scrutato ogni post, ogni foto che parlava di te, e si è evinto quanto ci tenessi al prossimo, a vivere una vita piena di speranza e allegria, a quanto stavi ancora cercando di capire chi fossi, ma forse lo sapevi già.

Penso e ripenso, mi chiedo se questi eventi orribili possano servire a qualcosa, sinceramente non riesco a trovare risposta da tempo a questa domanda, ma mi piace pensare che da tutto si possa trarre insegnamento, che forse da quel giorno tutti quelli che hanno saputo di te possano aver cambiato qualcosa nella loro vita in meglio, prendendo spunto da come vivevi tu.
Da quando è successo questo disastro passo ancora dal Liceo Tommaso Campanella di Lamezia Terme per vedere se c’è ancora appeso quello striscione fatto dagli studenti che ti incitava a non mollare, ho saputo che è ancora lì e che all’ assemblea d’istituto successiva alla tua morte hanno lanciato in aria dei palloncini bianchi con sottofondo le canzoni di Cesare Cremonini.
Chissà se ti sono arrivati Ale, se la musica la senti ancora e se sei riuscita a realizzare ciò che sognavi.
Sono sicura però che non stai mollando, a dare una mano a chi ti ha nel cuore e che vive per te ogni giorno che passa.
Scusami se sono stata invadente, è che mi sembrava troppo ingiusto che la gente, come dice Cremonini, possa dimenticarsi di “Una come te”.

Nicoletta Arcuri


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