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30 gennaio 2019

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“Per non dimenticare”, manifestazione del Comune di Borgia nel Giorno della Memoria con parole e musica


Emozioni in parole e musica per non dimenticare. Prima di tutto per non disperdere la memoria di quanto accaduto: la Shoah è stato il più sanguinoso ed efferato progetto di sterminio razziale della storia contemporanea, una “vergogna per l’umanità”, come ha detto Papa Francesco. Quindi, ricordare quanto accaduto nel campi di sterminio nazisti oltre un dovere nei confronti delle vittime e dei loro famigliari diventa essenziale per formare le nuove generazioni alla cultura del rispetto, della tolleranza e della non violenza. Con questo intento l’Amministrazione comunale di Borgia, guidata dal sindaco Elisabeth Sacco, ha organizzato in occasione della Giornata della Memoria, domenica 27 gennaio, la manifestazione pubblica Per non dimenticare che si è svolta nella suggestiva cornice della Chiesa del Santissimo Rosario.

«Erriamo quando affermiamo che la Shoah ha investito solo il destino di un popolo perché essa riguarda anche chi non appartiene al popolo ebraico», scrive il giurista Vincenzo Musacchio, per questo è fondamentale ricordare e riflettere soprattutto attraverso linguaggi diretti ed emotivi come quello dell’arte che si affida alle note e alle parole.
La musica resta uno dei linguaggi più diretti. Ed è quello scelto dal Comune di Borgia per parlare al pubblico presente favorendo una totale immersione nelle tradizioni e del sentire ebraico, come ha spiegato l’assessore Virginia Amato (presenti anche i delegati alle Cultura Giovanni Nobile e alle Politiche sociali, Irene Cristofaro).

Dopo la straordinaria Lucia Perricelli, la piccola cantate ha saputo incantare il pubblico stipato nella chiesa di Borgia, il compito di parlare con note e strumenti è stato affidato al concerto di musica tradizionale ebraica a cura di Klerò Quintet, con Gaetano Bongarzone (clarinetto), Giuseppe Gualtieri (fisarmonica), Alessandro Sansalone (pianoforte), Attilio Gualtieri (chitarra) e Salvatore Fiorentino (violoncello). Cinque strumentisti d’eccezione che seppur diversi tra di loro riescono, attraverso i propri strumenti , a creare l’alchimia suggestiva per trasportare il pubblico in un viaggio attraverso la musica ebraica per eccellenza “il Klezmer” con brani editi dal gruppo Kol Simcha e trascritti per questo ensamble dal Maestro Alessandro Sansalone arrangiatore e pianista del gruppo. Il gruppo si è esibito in diverse regioni d’Italia e anche all’estero riscuotendo successo e consensi da parte del pubblico, che lo ha apprezzato anche a Borgia.

Gli studenti dell’Istituto comprensivo Sabatini hanno presentato un video (realizzato dagli studenti della III A). Sono stati i ragazzi della III B a mimare quella è diventata una poesia attualissima e che in origine era un sermone del pastore Martin Niemölle. Gli studenti delle seconde classi hanno affrontato la tematica “I bambini vittime della Shoah” con la poesia “C’è un paio di scarpette rosse” e la lettura di alcune parti del diario di Anna Frank, Infine, le prime classi avrebbero dovuto testimoniare la loro esperienza al campo di internamento Ferramonti di Tarsia, che però è stata rinviata al prossimo febbraio a causa del maltempo. Ma hanno magistralmente raccontato e trasmesso quello che hanno imparato sul campo, e quali sensazioni questo studio ha loro generato nel profondo.

Ai ragazzi del Servizio Civile nazionale il compito di leggere la poesia di Primo Levi, “Se questo è un uomo”. Nel ringraziare i musicisti, gli studenti dell’Istituto “Sabatini” diretto dalla professoressa Maria Luisa Lagani, e i ragazzi del Servizio civile, il sindaco Sacco ha voluto evidenziare che «le istituzioni hanno il dovere di praticare la memoria, e non solo il 27 gennaio, per evitare che quanto accaduto dal 1938 fino alla fine della Seconda Guerra mondiale accada di nuovo. Una memoria labile soprattutto di questi tempi. Voglio ricordare quanto afferma il nostro presidente della Repubblica: ‘Ma quando il benessere dei popoli o gli interessi delle maggioranze, si fanno coincidere con la negazione del diverso, dimenticando che ciascuna persona è diversa da ogni altra, la storia spalanca le porte alle più immani tragedie».


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